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I Druidi vengono spesso rappresentati con un falcetto, forse perche' con esso raccoglievano, seguendo riti solenni e misteriosi, le erbe necessarie per le pozioni magiche o medicamentose. Il falcetto d'oro, simbolo del divino, serviva per raccogliere il vischio sacro. Il falcetto d'argento, cosi' simile alla falce lunare, era invece il simbolo del ciclo naturale del tempo. E seguendo il ciclo del tempo che scorre, oggi la lama del falcetto si affida alle pagine elettroniche, e porta con se', affilatissime, le nostre parole d'ira e di sarcasmo: Attenti a non tagliarvi. |
2005
ADDIO A FRANCO SCOGLIO: ti ricordo cosi'
Vincere senza vergogna (esposto contro Macalli)
MASSIMO DONELLI:"Noi, gli appestati"
Deus amentat quos perdere vult
L'autonomia dell'ordinamento sportivo: tra mito e corbellerie
Fermate il treno: voglio scendere
Che l'inse ! Ma le istituzioni ?
A proposito di intercettazioni
Lealta' e probita' a due velocita'
Il Re e' Nudo 7 (a proposito di colpevoli)
Il Re e' Nudo 6 (per riflettere)
Il Re e' Nudo 5 (a proposito di sfiga)
Il Re e' Nudo 4 (calcio di rigore)
Il Re e' nudo 3 (doping e scommesse)
Il re e' nudo (a proposito di sport)
Domani non e' mai troppo tardi
La classe arbitrale ? In paradiso No !
L'importante e' non sdrammatizzare
2004 e oltre
Quello che mai vorrei vedere (7 novembre 2004)
Questa volta i Druidi si sono incazzati sul serio (citazione contro la Lega Calcio)
Grandi speranze e grandi paure
Sogno di una notte di mezza estate
Incubo di una notte di mezza estate
La furia di Cecco e il congedo dei Druidi
Cecco Angiolieri invece l'ha digerita meno bene.....
Mozzarella di Bufala ? No grazie, impepata di cozze.
Falcetto rotante: Liaigh a ruota libera
Un bel tacer non fu mai scritto
Involuzione ? No, Ottimismo
Diaspora tra i Druidi: a me Preziosi piace, niente carta vetrata
Una nuova rubrica di Carta Vetrata: Il Disfattista
Un pesce d'eccezione sulla schiena di De Canio
Il gioco e la cattiveria:la soluzione definitiva
NEW Il tempo e' galantuomo ? NEW
S'io fossi Joker: un'altra soluzione
I Menandri continuano senza esclusione di colpi
Il falcetto dei Druidi volteggia ancora
Il dibattito continua: i nostri druidi tra senape e miele
Puntuale la replica di Myskin, a guardia alta
Il Punto di Liaigh, per continuare a sperare
Dove eravamo rimasti ? Il punto di Liaigh
I desideri dei Druidi: la letterina del 2003 a Babbo Natale:
Sommario:
1) Un Grumo di niente | 2) Caro Duccio | 3) L'invettiva |
4) Al dott. Canal | 5) La riconoscenza la lasciamo ai ciclisti ? | 6) L'estate dei lunghi coltelli |
Un nuovo colpo di falcetto: la follia continua (inverno 2003)
Nulla sara' piu' uguale: amare considerazioni di una sera di fine estate 2003
IL GRUMO
E' l'ultima in ordine di tempo: richiesto da un giornalista se intendesse convincere l'imprenditore Messina ad acquistare il Genoa, l'incontinente padre di Trasta cosi' esternava:"Messina e' un Genoano, ma e' un signore". Non si conosce il resto dell'intervista, tagliata dal TG 3, forse preoccupata delle successive esternazioni dell'ineffabile profeta della cittadella dello sport.
Come Genoani non possiamo che ringraziare per quel "MA": una conferma per la nostra dignita', che la spezzante e irritata stizza di Duccio indubbiamente rafforza ed esalta, una testimonianza della nostra "Genovesita'", dal nostro sentimento di appartenenza alla citta', evidentemente molto mal digerito dal costruttore di Trasta, di ipermercati, cittadelle dello sport e meraviglie assortite.
Probabilmente Garrone non e' neppure Sampdoriano, certamente non e' Genoano, sicuramente non e' un signore.
Il suo presunto interessamento alle nostre sorti e' tanto insopportabilmente ipocrita quanto arrogantemente imposto: certo può darsi che la sua pretesa lungimiranza sia una di quelle qualita' alle quali non si può rinunciare e quindi si senta in diritto di imporla a tutti, senza il minimo senso di colpa, cosi' come spesso, in perfetta buona fede, non ci si fa scrupolo di imporre agli altri la verita' e la logica delle proprie opinioni, ovvero, per sintesi ed economia di argomentazioni, le proprie idee. Da li' ad imporre insieme alle proprie idee anche i propri interessi il passo e' breve, e, per alcuni, neppure troppo disdicevole.
E cosi', noi Genoani, gia' angosciati da personaggi, che piu' che uomini, sembrano veri e propri incubi usciti dalla mente di un necroforo paranoico, dopo aver incontrato nel nostro recente cammino dagli uomini squalo, agli agnelli dai denti di acciaio e dal cervello fumato, dai principi arabi agli uomini fax, dobbiamo ora fare i conti con chi sembra uscito dal catalogo dei nemici di Batman (ricordate il Pinguino ?), ma che, invece che un personaggio da fumetto, e' una triste realta'.
Da Garrone, come Genoani, non vogliamo neppure il rispetto: ci preoccuperemmo, al contrario, se lo avessimo: ci basterebbe che tutta la citta', e non solo i Genoani, avessero l'intelligenza e la dignita' di dirgli un bel no.
Per il resto null'altro c'e' da fare, non si può neppure chiedere al Signor Garrone di fare un bel bagno di umilta': per lui sarebbe come acido solforico; si dissolverebbe friggendo e in fondo alla vasca non rimarrebbe che un insignificante grumo di arroganza.
Cecco Angiolieri
CARO DUCCIO
Caro Duccio,
perdonami il tu, ma su questa rubrica usa cosi'; del resto ti lamenterai di ciò in difesa della nobil schiatta da cui hai origine, ma in questi ultimi tempi il tuo parlare non dimostra gran rispetto per altre nobilta' – calcistiche in questo caso – e quindi potrai fartene una ragione.
Parliamo un po’ del Ferraris, quello stadio che ha visto le gesta di atleti del calibro di De Pra', Levratto, Stabile, Meroni, Mancini, Vialli, Skuhravy, Branco e Signorini: e' uno stadio storico, ormai patrimonio di una citta' intera e permeato di leggenda, da quando, troppo grandi per esibirsi al San Gottardo, oppure nella spianata del Bisagno davanti alla stazione Brignole (si, quella che ora e' chiusa al traffico e ci si potrebbe di nuovo giocare a pallone), i grifoni di allora nel 1908 si fecero il "loro" campo, davanti a Villa Piantelli, e trovarono anche il modo di tirarne su uno piu' piccolo – ma terribile, si chiamava la Cajenna – per i cugini dell’epoca, salvo poi costruirci sopra successivamente la mitica Gradinata Nord (maiuscolo, please, Mr. Garrone).
Orbene, ora arrivi tu e, con solerte lungimiranza, pensi che Genova possa dimenticarsi del “suo” stadio per seguire te, novello magnate di periferia, nella benedizione di un bello stadio tutto nuovo, con supermercati, piscine e quant’altro possa mercificare un pallone che francamente ha bisogno di tutto fuorche' di ulteriore mercificazione; magari lo farai disegnare con le curve, cosi' i cori standardizzati verranno anche meglio. Eh no, caro Duccio, il calcio ha bisogno di sentimenti, non di nuovi modi per fare cassetta: di quelli ne ha gia' abbastanza. Se poi la tua gente, meno dotata di memoria storica e storicamente piu' avvezza all’ubbidienza di noi - tu forse allora eri a caccia nelle tue riserve, e di calcio non ti occupavi, ma il tuo predecessore piu' intelligentemente di te del Genoa taceva, e ai suoi dava delle pecore senza che battessero ciglio - ti vorra' seguire nella nuova impresa, prego accomodati: Trasta, con le sue splendide bellezze naturali e la possibilita' di riempire facilmente l’adiacente piscina (non so se lo sai, ma e' inserita nelle zone a piu' alto rischio alluvionale di tutta la liguria, ben piu' alto di Marassi) e' li' che ti aspetta.
La tua gente (ma sei poi cosi' sicuro di avere tanto seguito ?) avra' finalmente il suo stadio, bello, comodo, con i parcheggi (e chi ci abita li'….), magari coperto, con l’erba sintetica e un televisore per ogni posto a sedere, ovviamente riscaldato. Ma soprattutto avranno lo stadio a casa loro, in quella delegazione di Genova che cosi' fieramente rappresentano, senza dover sconfinare ogni volta che gioca la loro squadra del cuore.
E tutti vivranno felici e contenti, noi da leggendari, voi in mezzo ai binari.Liaigh
L'invettiva.
Da un vecchio amico dei Druidi riceviamo la lettera seguente. A voler essere pignoli, piu' che di falcetto, si tratta di lanciafiamme. Poiche' ci piacciono le opinioni e le provocazioni, e soprattutto gli amici (specie se armati) lo ospitiamo volentieri. Chiediamo solo che gli eventuali risarcimenti del danno siano devoluti in beneficienza (possibilmente alle associazioni che tutelano i pennuti ultracentenari)
Un calcio al calcio
Quali sono le vere cause della crisi?
Il calcio sta scoppiando. Cosi' tutti ci dicono. Ma non
diciamo cazzate!
Parole, parole, parole.
Semmai il calcio si purghera' e tornera' a essere
quello che era e che dovrebbe essere, quello vero: un gioco, uno svago, uno
sport.
Quando il bubbone scoppiera', gli idoli torneranno a essere uomini, i
risultati torneranno a essere sportivi, i telespettatori torneranno a essere
spettatori.
Ma per far si' che tutto ciò si realizzi dovranno accadere due
cose:
- il calcio deve smettere di essere finanziariamente e penalmente una zona franca;
- i veri colpevoli della degenerazione (e vi sorprendera' scoprire chi
sono) devono aprire gli occhi.
Il primo punto però ha come imprescindibile condizione,
per poter essere realizzato, l'avverarsi del secondo punto. Serve una totale,
crudele e spietata presa di coscienza, da parte dei colpevoli, del vuoto e dell'inumanita'
in cui si sono calati.
Cerchiamoli questi colpevoli, allora.
Sono i calciatori?
In effetti, hanno pretese assurde, vogliono guadagnare piu' di un industriale
senza però correre i suoi rischi. Sono diventati viziati e prepotenti,
si credono al disopra dei comuni mortali.
Sono presidenti e dirigenti?
In effetti, hanno lucrato sul calcio, hanno approfittato dello sport per lavare
soldi, per farsi pubblicita', per instaurare contatti politici e per conquistare
spazi che senza la scorciatoia calcio non avrebbero avuto.
Sono i giornalisti?
In effetti, con la loro caccia al lettore e all'audience non fanno altro che
gettare benzina sul fuoco. Solleticano i bassi istinti del popolino, magari
anche con l'obiettivo di ingraziarsi il potente calcio-politicante di turno.
Sono i politici?
In effetti, il calcio, lo sport piu' amato dagli italiani, e' per
loro un ottimo strumento per la conquista del consenso e per l'anestetizzazione
dei cervelli. Il calcio oppio dei popoli, per parafrasare Marx. "Panem
et circenses", ma almeno ai romani si dava anche il panem…
Voi chi scegliete come categoria colpevole?
La prima? Ragazzetti in mutande che corrono dietro a una palla e poi si atteggiano
a divi, possedendo la cultura di un'ameba?
La seconda? Imprenditori "seri" che sembrano lobotomizzati quando
si danno al calcio e buttano i soldi dalla finestra?
La terza? Giornalisti impegnati a dimostrarci che i grandi problemi non sono
fame e guerre, ma calcio e calci?
La quarta? Politici che lottano contro la disoccupazione dei calciatori, tanto
gli operai chi sono?
Io vi porgo allora una quinta domanda: chi permette a quelle
categorie di fare ciò che fanno, impunemente?
Si', giusto, vedo che avete capito: i tifosi. I primi colpevoli, anche
se (forse) inconsapevoli sono loro.
Mettano la testa a posto (e non mi riferisco alla violenza negli stadi, quella
c'e' anche fuori, solo che fuori non ci sono le telecamere), si facciano
in blocco un serio e completo esame di coscienza e vedrete che le altre categorie
saranno volenti o nolenti costrette a seguire.
Chi e' che da modo al calciatore di credersi divino urlandogli
"Sei un dio!"?
Chi e' che permette al presidente buttare soldi che servirebbero ad aziende
vere sostenendo che e' il tifoso il vero padrone?
Chi e' che "paga" lo stipendio al giornalista comprando i quotidiani
sportivi e guardando trasmissioni imbecilli?
Chi e' che vota il politico che si impegna per lo "sport", cioe'
per l'assurdo baraccone oppiaceo del calcio?
Sempre lo stesso imbecille: il tifoso!
Piantiamola una buona volta! Rimettiamo la testa a posto e ragioniamo!
Il calciatore non e' un dio, e' un uomo che fa
un lavoro come un altro. Anzi molto meno pericoloso e produttivo di un altro.
Se Totti e' un dio, allora Umberto Veronesi chi e'? Se Del Piero
e' celestiale, allora Francesco Saverio Borrelli cosa e'? Certo,
un Silvio Garattini si limita a salvare una vita per volta, Baggio delizia quarantamila
cretini a botta… una differenza non da poco, vero? Svegliatevi, fate gli striscioni
per chi fa qualcosa di serio e non per chi gioca invece che lavorare!
A chi appartiene la squadra? Ai tifosi, dato che sono loro a pagare il biglietto
allo stadio? Cosa, come, ho sentito bene? Allora, dato che io ho comprato una
cucina a gas Siemens, sono diventato padrone dell'azienda Siemens, giusto? Ma
andate a… La squadra appartiene a chi ha comprato le azioni e il giorno che
il tifoso riconoscera' questa semplice verita', allora il padrone
sara' costretto a comportarsi con la gestione come si comporta con la
gestione di qualsiasi altro tipo di azienda.
La moviola e' importante, vero? Le dotte dissertazioni di scribacchini
e biscardosauri decidono giustamente delle sorti della politica interna ed estera.
Vuoi mettere l'importanza del capire se il fallo era dentro o fuori del cerchio
di centrocampo? E di quello che c'e' dentro il cerchio della scatola cranica
ce ne siamo dimenticati? Al telegiornale mezz'ora per il tuffo in area di Pippo
la pippa e tre minuti per lo sciopero di mille operai che rischiano di finire
in mezzo alla strada con tutte le loro famiglie? E allora cambiate telegiornale,
guardatene uno piu' serio, deficienti!
Il politico fa le leggi a favore del calcio, giusto, sacrosanto, bisogna salvare
ciò che al popolo piace… cosa piace al popolo? Il calcio? E allora che
c'entrano questa serie A e questa serie B? Dov'e' il calcio? Comunque
e' giusto, Galliani e Sensi devono poter rimanere in sella, vorreste mica
vedere personcine cosi' per bene disoccupate? Cari tifosi della Fiorentina
o della Florentia Viola… per Rui Costa e Di Livio siete scesi in piazza, ma
dove eravate quando hanno rischiato di chiudere la Nuovo Pignone e le Officine
Galileo? Perche' non avete inneggiato a Giuseppe Montale, operaio, 45
anni, 1200 euro al mese, 2 figli e nessun futuro lavorativo perche' troppo
vecchio?
Cari tifosi, fate schifo.
Gert dal Pozzo