Dio perdona, Cecco no

di Cecco Angiolieri

 

VIEN VOGLIA DI PERDONARE TUTTO ?

No, io no, io non ci sto.

Forse sono l’unico che in questo momento è incazzato come una iena, ma tra le tante cose che ho sempre odiato ci sono i  finali a tarallucci e vino, perché il risultato sarà anche importante, ma – almeno per noi genoani – non è l’unica cosa che conta.

E quindi non posso far a meno di notare che tra gli elementi meno in forma del Genoa c’è proprio lui: Serse Cosmi.

Oggi ha sbagliato tutto o quasi: che poi Milito ci abbia messo una pezza, e che alla fine si sia vinto è tutto un altro discorso, che però appartiene alla categoria dei discorsi fatti con il senno di poi, cioè quelli che mi piacciono di meno,

Qualcuno mi dovrebbe spiegare, ad esempio, il recondito motivo per il quale Cosmi ha messo come terzino sinistro il povero Stellini radicato sul terreno come un paracarro, privo di qualsiasi compito di marcatura su un attaccante del Bari che non c'era, e privo di qualsiasi punto di riferimento che non fossero i suoi piedi,che sembravano annegati in una colata di cemento armato.

Mi stavo domandando quale sgarro avesse mai commesso l'improvvisato povero nostro terzino, che sembrava impacchettato e pronto per essere immerso nel cinquantaquattresimo pilone della costruenda Palermo Catania, quando il predetto Stellini, forse attanagliato dall'angoscia per il suo tristo destino, tentava un dribbling, che già solitamente non riesce ai terzini normali, figuriamoci a quelli con i piedi affondati nel cemento armato: e così l'inevitabile goal.

E qualcun altro dovrebbe pure spiegarmi perché abbiamo dovuto aspettare il secondo tempo per vedere spuntare un minimo di buon senso tattico, con Gemiti finalmente sulla sinistra.

E qualcun altro ancora dovrebbe spiegarmi perché insistiamo su gente come il serbo dai piedi stanchi e dalla mente appannata: qualche giornata di riposo non è un disonore per nessuno, men che meno per chi, sinora, ha tirato la carretta con un dispendio di energia straordinario.

Alla fine, certo, il risultato è balsamo di miele e di rosa sulle sanguinolente ferite dove poco prima era passato il sale più bruciante, e il sollievo, oggettivamente, nelle persone normali muove al più indulgente perdono.

Nelle persone normali, appunto: e quando mai ho aderito al logorissimo conformismo della normalità?

Cecco Angiolieri