Me n'han dete, ma ghe no dite

Respinti dal vero popolo genoano a forza di fischi e lazzi, graziati dal Presidente che ha offerto loro una onorevole via di fuga, le sparute legioni di ultrà (ma gli ultras a Genova non stavano dall'altra parte ?) ripiegano sul vecchio adagio genovese tipico di chi, sconfitto sul campo, riesce ancora a trovare la forza di simulare la voce grossa, ma che ormai è una vocina flebile flebile, identificata negli ultrà proprio perchè continuare a identificarla nella nord era francamente troppo anche per chi negli ultimi mesi ha fatto della tracotanza una scelta di vita.

La contestazione viene quindi messa in cantina (si si, la riprenderanno quando vorranno, va bene va bene.......ce ne sapremo fare una ragione), di fronte alla rivolta della stragrande maggioranza dei 16.000 abbonati, che stanno facendo, loro sì, stravincere il confronto con chi a una prima di Uefa si presenta con meno gente che a una partita di C1. Il Presidente, dicevamo, ha concesso agli ultrà una via di fuga, dichiarando, se mai ce ne fosse stato bisogno, che sarebbe pronto a farsi indietro se arrivasse a chiedere il Genoa qualcuno che potesse fare meglio di lui. Dichiarazione tanto nobile quanto ovvia, per una persona che ha sempre dimostrato con i fatti, anche quando ha sbagliato, di agire da innamorato dei nostri colori. Altrettanto ovvio che, in questo momento, trovare una persona disposta a spendere più - e magari meglio - di quanto Preziosi ha speso in questi anni sia estremamente difficile, tanto meno se si va a cercarla tra trafficanti iraniani o giornalisti transfughi.

Il problema di base, che gli ultra hanno cercato goffamente di evidenziare - mi resta ancora il dubbio se davvero gli striscioni e la contestazione siano il loro unico mezzo di espressione - sicuramente resta irrisolto: Preziosi sta sulle palle di qualcuno. Che si tratti di mera guerra economica nei suoi confronti, oppure di guerra politica per poter mettere le mani sul bottino di Euro 2012 lo sapremo, forse, tra qualche tempo. E magari scopriremo anche qualche cavallo di Troia. Resta il fatto che noi siamo legati a doppio cordone con la sorte di Preziosi, sia per motivi di ovvia riconoscenza, sia perchè in questo momento, come dicevo, non esiste alcuna seria alternativa. Ora l'unico obiettivo è spingere questa squadra nei prossimi due anni verso la serie A, perchè anche oggi ha dimostrato di meritarselo. E se lo faremo tutti insieme, senza badare ai quattro contestatori, anche il vento contrario potrà cambiare direzione, come sembra stia in effetti succedendo. Del resto stiamo dimostrando che a noi di giocare contro Califano o contro Gilardino poco interessa; nell'anno in cui gli stadi si stanno svuotando, grazie alle demenziali norme antiviolenza e alla scriteriata conduzione del duo Carraro - Galliani, stiamo dimostrando un attaccamento ai colori che va oltre ogni pur fervida immaginazione. E che non può essere trascurato. Da nessuno.

Continuiamo quindi tutti insieme a cantare per il Grifone, come abbiamo fatto oggi, e a remare verso l'obiettivo: non basteranno quattro palate contrarie a fermare la nostra passione.

Genoa, 6 Novembre 2005

Liaigh