Risoterapia
Siamo stati al Pio.
Volevamo renderci conto di persona di cosa affliggesse
il Grifo in questo periodo paradossale, e l'abbiamo scoperto: qui non ride nessuno.
In allenamento sono tutti seri seri, capo chino, nessuno che scherzi o rida. Nemmeno l'allenatore, naturalmente, triste, accigliato e incazzoso.
Narrano le cronache che quando Vincenzo Torrente subentrò al depresso Onofri, l'anno scorso, trovò un ambiente similare, quello di una squadra prigioniera di se stessa e delle proprie paure, reduce da un pareggio interno col Bari semplicemente non giocato. Seppe toccare le corde giuste, ricordando ai ragazzi che, in fondo, quello che stavano facendo era il mestiere più bello del mondo, pagato profumatamente per fare quello che hanno sempre sognato di fare; per di più a Genova, in una città splendida, con un campo di allenamento dal quale si vede il mare e con una tifoseria che più di così può solo concedere loro le mogli per consolarli. Lo fece in maniera tale che, fin dalla prima partita, l'ambiente si ricaricò, e la squadra seppe arrivare alla fine del girone d'andata con addirittura qualche sogno di gloria (sarebbe bastato vincere a Siena, in vantaggio alla fine del primo tempo, per piazzarsi temporaneamente al quarto posto). Vero che quella squadra fu poi travolta dagli eventi, ma ora i marosi che la sconvolsero sono un pallido e fastidioso ricordo: ora c'è una società, e oltre a tutte le bellezze di cui si parlava arrivano anche gli stipendi e con quelli la sicurezza nel futuro.
Perchè allora nessuno ride ? Perchè in campo sembrano tutti pulcini bagnati quando si tratta di imporre il proprio gioco e la propria indiscussa superiorità tecnica ? L'andamento del campionato, grazie alle partite vinte meritatamente (pur con squadre convinte di fare di noi un solo boccone e quindi spavalde e forse deconcentrate), si era anche messo al bello, e bisognava trarre vantaggio da questa situazione per rinfrancarsi e fare polpette del Bari, del Venezia e dell'Albinoleffe. Invece, contro squadre tignose, sono usciti quattro punti rosicchiati a stento, con un andamento preoccupante nel piccolo miniciclo di queste tre partite, dal tutto sommato decente secondo tempo di Bari all'ignomignoso secondo tempo di Bergamo due. Comunque con un solo goal all'attivo e su rigore. Capisco che la preoccupazione di finire (e quindi non uscirne più) in infermeria sia in effetti un pensiero che quest'anno possa fare danni, ma, santi numi, non basta a spiegare tutto questo.
Al Milan nello staff ci sono tre psicologi, uno dei quali dedica la sua opera solo ad Ancellotti perchè quest'ultimo sia perfetto nella gestione dei singoli atleti: non sarà che davvero sia importante avere un allenatore che sappia stimolare al meglio la squadra ? O forse, dopo il Padre Comboniano, occorre davvero la presenza di Patch Adams ?
Liaigh