Il Re è nudo II

di Principe Myskin)

 

 

 

 

Già Aristotele sosteneva che il tipo di verità proprio della poesia è il verosimile: la poesia, diceva il filosofo (genoano, perché neanche all'epoca il Doria esisteva) deve essere un "intreccio di eventi, concatenati secondo causalità unitaria e coerente, tali da apparire razionali."

Non abbiamo l'arroganza di pretendere che il calcio sia vero. Da qualche decenno abbiamo smesso di credere alle favole. Ciò non significa che le favole non ci piacciano, anzi ! - ma solo che sappiamo farne un uso ragionevole. Accompagnare e colorare di altrove e di poesia, appunto, le giornate, già piene spesso di tanto grigio per conto  loro.

Al calcio non chiediamo, insomma, molto di più che ingannarci con astuzia e mano leggera, di rapirci come una fiction un po' ipnotica e di illuderci di poter atterrare lontano.

Ecco, il punto dolente è tutto qui. La regia, il casting e la sceneggiatura di questi ultimi anni lasciano a desiderare. Fuor di metafora e per fare solo un esempio, se in Juventus - Reggina il guardialinee ferma Borriello lanciato a rete reo soltanto di aver scartato Cannavaro, chi abbia un minimo di gusto scenico avverte subito che la trama è ripetitiva, che il colpevole si indovina dalla prima scena, che gli eroi sono antipatici e che il copione è scritto con i piedi (e sì che si tratta di calcio...).

Il calcio ha bisogno di essere credibile, altrimenti imploderà su se stesso, divorato dal cancro della sfiducia.

Nessun gioco può durare se nessuno crede più nelle regole (e il tentato ceffone di Ameglia, portiere del Livorno, al guardialinee, ne è il palese sintomo).

In definitiva ridateci i democristiani, almeno in giacchetta nera (anche quella non esiste più, sorry. Ma, almeno, se invece che gialla fosse rossa - di vergogna...)

 

 

Principe Myskin