Il mal sottil....e

 

Lunedì mattina mi sono svegliato con una carogna sulle spalle che, per dir del peso, per poco non mi procurava un’ernia del disco. Per questo motivo scrivo solo ora, casualmente dopo le decisioni del giudice sportivo. E non si interpreti lievemente il mio titolo, non ce l'ho solo con Sottil: il mal sottile era uno dei tanti nomi assegnati alla tubercolosi, e come si sa la tubercolosi attaccava anche il cervello, e causava a chi l'aveva una vergogna infinita.

Paradossalmente proprio nell’unico dei tanti “due a due al novantesimo” di questa stagione in cui le colpe non sono tecniche, mi sono reso conto di quante siano state le rimonte subite in questo dolceamaro campionato. Il problema è stato sicuramente di tipo psicologico: l’abbiamo detto mille volte, una squadra conscia della propria forza le partite deve saperle uccidere, o perlomeno anestetizzarle per bene. Noi invece abbiamo dimostrato fin dall’inizio pochissima tranquillità, e nel momento in cui gli infortuni, la sfiga e le scelte di Cosmi hanno cominciato a fare il bello e il cattivo tempo, la psiche dei nostri è deflagrata. E con questa lo spogliatoio. Giocatori poco utilizzati che si vedevano scavalcati comunque da compagni fuori forma o addirittura mezzi rotti; giocatori che, nelle grazie di Cosmi, andavano in campo comunque tesi per giustificarne la scelta; giocatori che, alla faccia della rosa ampia, non potevano tirare il fiato perché dovevano giocare anche con la febbre. Tutto ciò non può certo far bene a uno spogliatoio, che quindi si è evidentemente rotto. E in più ci ritroviamo con mezza rosa cotta e mezza col morale sotto i tacchetti. Siamo sicuramente ultimi in classifica nella coppa disciplina (se esiste ancora), e per una squadra che ha dominato tre quarti del campionato credo la cosa sia molto anomala e grave. Se tre indizi bastano a fare una prova, sono ora convinto che la colpa stia proprio nel manico: qualche tempo fa avevo già fatto notare come l'irrequietezza dell’allenatore in panchina non giovasse alla squadra. Ora ci siamo superati. Della partita di domenica non condanno tanto la reazione finale di Sottil, quanto piuttosto il fallo – di per se da espulsione – che ha commesso e che ha poi causato il goal. Con quel fallo ha rinvigorito i piacentini, quando, semmai, sarebbe stato da fare all’inizio, quando puoi fargli capire con le buone o con le cattive che il ritorno economico per quella prestazione – perché non può non esserci stato – poteva non valere una tibia in pezzi. Farlo però alla fine, in dieci contro dieci, in vantaggio di un goal e con l’inerzia della partita dalla propria parte è stata proprio la punta dell’iceberg dell’isteria che ormai la fa da padrona nel nostro spogliatoio. Mi ha ricordato molto da vicino quell’entrata di Boisfer su quello del Siena che ci è costata la serie C.

Chi mi legge sa che sono sempre ottimista, ma ora, anche alla luce delle squalifiche, il mio ottimismo vacilla. Spero non basti un’ennesima banda di prezzolati mercenari, per quanto scarsi, a infrangere un sogno: però so che, se tutti manterremo la calma, per quanto dura, potremo farcela ugualmente. Da questo punto di vista, quello benpensante, forse è meglio sapere di andare alla guerra che a una passeggiata di salute…..magari anche al novantesimo, ma se Dio vorrà, avremo la possibilità di uscire da quest’inferno. E a questo punto sapere chi gioca conta meno di nulla.

E poi sarà bene che tutti i nodi vengano rapidamente al pettine.

Liaigh