Osservazione di contorno

di Cecco Angiolieri

 

Come ben sanno i miei quattro lettori, purtroppo, una brillante intelligenza non può annoverarsi tra le mie virtù e le probabilità di scrivere baggianate, che nel mio caso è già fisiologicamente alta, nel caso in cui non conosca con precisione i fatti e le circostanze su cui esprimere un giudizio, diverrebbe altissima, fino a sfiorare la certezza.

E quindi nulla di nulla scriverò sul merito delle vicende che travagliano il povero Grifo, o meglio cercherò di sottoporre alla pazienza di chi mi legge alcuni elementi di contorno che non cambiano e non cambieranno in funzione di quello che saranno gli sviluppi futuri o addirittura l’esito dell’inchiesta, ma che, come tutti gli elementi di contorno, sono quelli che, al tirar delle somma, connotano l’intera vicenda.

Il primo spunto di riflessione che voglio offrire riguarda l’oggettiva gravità del reato di frode sportiva Per valutare la gravità di un reato basta andare a vedere le pene previste, metodo rozzo, ma indubbiamente efficace:

Il reato di frode sportiva nell’ipotesi di massima gravità è sanzionata con la reclusione da tre mesi a due anni.

La truffa ( Art. 640 c.p.), sempre nell’ipotesi più pesante è punita con reclusione fino a 5 anni, 6 anni per quella aggravata (Art.640 bis c.p.);

La frode informatica (Art. 640 ter c.p.) è punita con reclusione fino a 5 anni

Il furto in abitazione o lo scippo ( 624 bis c.p.) sono puniti con reclusione sino a 10 anni

L’oltraggio a magistrato in udienza (343 c.p.) è punito con la pena massima di 5 anni.

Il reato di pascolo abusivo di cui all’art.636 c.p. , infine, come la frode sportiva, prevede una pena,nell’ipotesi più grave,di due anni.

Dalla sommaria enunciazione di quanto sopra dovremmo dedurre che se nel corso dell’indagine relativa a carte clonate, fosse emerso il sospetto che il pastore Peppe Rostaccione, magari insieme ai Pastori Salvatore Lucillo e Mario Casolaro avevano raggiunto uno scellerato accordo per far pascolare le proprie pecore sul prato del coltivatore diretto Giambattista Marsano, sarebbe rientrato nell’ordinaria amministrazione la doverosa disposizione dell’inquirente volta a far installare nella spelonca dei predetti pastori delle microspie, al fine di raggiungere la prova che i sopramenzionati indagati avevano in effetti commesso l’abominevole reato.

La seconda riflessione è più che altro una semplice osservazione: il vero e proprio linciaggio mediatico a cui è stato sottoposto il Genoa ed i suoi tifosi è profondamente ingiusto. Se poi il linciaggio viene fatto sulla base di accuse che, secondo legge e secondo i più elementari principi costituzionali, sarebbero dovute rimanere avvolte dal più stretto riserbo, il fatto non è solo ingiusto ma illegittimo.

Se poi, infine, arriviamo al punto che un magistrato, che per la sua funzione un domani potrebbe essere protagonista del procedimento viene chiamato in una trasmissione televisiva a disquisire su fatti che, in teoria, nessuno dovrebbe neppure conoscere, arrivando al punto di commentare le tesi dei difensori degli indagati, il fatto non solo è ingiusto e illegittimo, ma diventa francamente intollerabile, anche perchè, come recita una vecchia e saggissima massima, un giudice non solo deve essere imparziale, ma deve anche sembrarlo...

E queste riflessioni, si badi bene, valgono anche e soprattutto se davvero le accuse si rivelassero fondate, perchè se poi invece risultasse che il Genoa non ha mai comprato alcuna partita, allora si imporrebbero altre ipotesi e diverse considerazioni, a cui neppure vorrei dover pensare.

E in ogni caso, vedendo le lunghe code dei Genoani per fare l’abbonamento sotto un caldo soffocante quasi quanto la condanna mediatica già sancita, mi rendo conto che il vecchio Grifo, a metà strada tra una fede e una maledizione di Tutankamon , è davvero una modalità dell’esistenza.

Cecco Angiolieri