La riconoscenza lasciamola ai ciclisti

Sotto questo titolo si è svolta sul newsgroup it.sport.calcio.genoa una lunga  e serrata discussione, tra seguaci della Divinità Pennuta e Uomini Marini.

Caratteristica comune ai Druidi, è la indipendenza e fierezza di giudizio, affinate nei lunghi anni trascorsi a divinare dal movimento degli astri e degli uccelli. Ancora più specifica caratteristica, riconoscere la sfiga e l’ingiustizia, anche solo dall’odore. E non aver paura di essere in minoranza. Ed è in virtù di queste doti (o vizi) che vengono scritte queste righe.

Orbene, nei festeggiamenti per la insperata sopravvivenza del Genoa spa, si annida qualche germe di iniquità.

Non interessa, qui e ora, discutere dei confini tra tifo sportivo e fiuto imprenditoriale. E’ infatti ovvio e giusto che ciascuna componente (tifosi e società) faccia la sua parte. E i suoi interessi. Ci si può domandare se, perché il matrimonio funzioni e ne nascano soddisfazioni, è anche necessario che ciascuno comprenda esattamente l’altro. Forse, esattamente come nei matrimoni, il segreto della felicità è, invece, proprio nell’illusione. :-)

Tutto questo non interessa. Quel che interessa, qui e ora, è che vediamo il pericolo di una ingiustizia.

C’è stata una sola persona che, nell’annus horribilis appena trascorso dal Genoa, ha fatto interamente il suo dovere, dando il meglio delle sue possibilità, rimanendo al suo posto quando la barca stava affondando, evitando facili scialuppe di salvataggio. Una persona che ha scientemente accettato un cerino acceso da altri, nella speranza – certamente folle – di fare un miracolo. Una persona che è rimasta dove nessuno sarebbe rimasto e dove nessuno è rimasto.

Questa persona è Vincenzo Torrente, uno che non è scappato.

Questa persona dovrebbe stare nel Genoa, ben più di altri.

La riconoscenza, la lasciamo ai Ciclisti ?

 

 

Principe Myskin