Il gioco e la cattiveria: la soluzione definitiva

Il calcio vive di episodi, ma è difficile pensare che anche senza il goal dopo due minuti questa partita sarebbe andata in maniera diversa. Dopo evidenti segnali di progressiva ripresa, dopo la grande paura di tutti, figlia dell’esperienza, per quella squadra incredibilmente spaurita e pavida, involuta, senza sorrisi, che abbiamo visto a Bari, col Venezia e a Bergamo col Leffe, ora finalmente, e speriamo definitivamente, abbiamo trovato la squadra che vogliamo. Gioco e cattiveria, si diceva, oggi li abbiamo davvero visti: non più i lanci lunghi di Baldini, ma palla saggiamente a terra, la fronte alta di Thiago, gli inserimenti negli spazi di Tedesco, i tagli di Rossi e di Milito, le verticalizzazioni di Foglio e Stellini; e ancora la cattiveria giusta, la ricerca della giocata per il pubblico di Caccia, lo sbracciarsi di Gargo in difesa sul quattro a zero.

Un allenatore nuovamente vivo e sorridente, una squadra finalmente convinta nei propri mezzi.

Certo, i pessimisti ad oltranza diranno che i cugini del Chievo sono stati ben poca cosa, dimostrando una differenza, ancor più che tecnica, imbarazzante come motivazioni; però è la stessa squadra che ha vinto a Bergamo e Bari: insomma, le partite si fanno in due, e la prestazione di oggi non è quella di una squadra che debba lottare per evitare la serie C.

Se solo si fosse partiti un po’ prima….. e se ci avesse arbitrato qualche internazionale in più……ora si sarebbe potuto anche sognare. E ora che duri.

Liaigh