Fermate il treno: voglio scendere.

La decisione assunta nei confronti del Genoa, con l'aggravante di quei tre punti che suonano come uno sputo sul corpo esanime del nemico vigliaccamente assalito alle spalle, non consente di subire passivamente questo tipo di gestione del baraccone del calcio.

Il palazzo è sempre più marcio, si indulge ormai platealmente su società importanti e si maramaldeggia sulle società, e soprattutto sulle persone, scomode. Gaucci massacrato dagli arbitri - le intercettazioni dei quali sono finite nel dimenticatoio - retrocesso e ora scomparso. Noi prima massacrati dagli arbitri, ora massacrati per un piccolo appiglio - evidentemente vediamo ora come il piccolo PM genovese fosse solo l'ignaro esecutore di un progetto ben più importante di lui, di cui sono convinto ora si sia reso conto delle conseguenze - nel momento in cui potevamo davvero dare fastidio. Come dire che Preziosi camminava da tre anni sul filo del rasoio, e al primo sgarro la vendetta arriva puntuale.

Se Preziosi e Gaucci sono colpevoli di qualcosa devono essere puniti alla luce del sole per le colpe che hanno, così le conosciamo anche noi; ma non devono essere sorpresi in un agguato di cui si percepiscono i mandanti, si conoscono le vittime - noi - ma non il movente. Ci vuole trasparenza.

La sentenza è - oltrechè raffazzonata e frettolosa, come spiega il Principe - un vero insulto, con quei "tre punti di penalizzazione", a un popolo e alla sua storia.

E allora se noi fossimo nel Joker ci chiameremmo fuori, non prima di aver tentato in tutti i modi, con le iniziative legali più disparate, col ricorso anche a Strasburgo se il caso lo richiederà, di fermare il treno.

Ci vuole una nuova lega, con organigramma proprio, un campionato a se stante (in fondo anche negli USA le leghe del Basket sono due, quelle del pugilato addirittura 3), che possa essere riconosciuto prima dal Coni e poi, più importante, dall'UEFA. Con regole nuove nel gioco del calcio: abolizione del fuorigioco, espulsioni temporanee, doppio arbitro, tempo reale. Qualcosa di innovativo ma che nasca dal nulla - del resto il calcio di adesso l'abbiamo portato noi in Italia, possiamo anche replicare - e possa mantenersi snello e pulito, interessando il pubblico con quelle novità che servirebbero al calcio di oggi per mantenere alto un interesse che, con questo tipo di gestione, in Italia sta scomparendo.

Costi limitati, si comincia a giocare per la maglia, senza S.p.A. e stipendi miliardari; e negli anni si potrà crescere e inevitabilmente soppiantare quel baraccone che andando avanti così morirà da solo.

Pensate a un campionato - lo chiameremmo Prima Divisione - con Genoa, Toro, Messina, Perugia, Spal, Cosenza, Salernitana, Como, e altre espulse dal carrozzone e altre che magari vorranno uscirne e seguirci, col suo Scudetto e il suo accesso all'UEFA, come un campionato di nazione europea minore, ma destinato a crescere, con i suoi valori innovativi da vendere a chi li vorrà seguire, con le maglie dall'1 all'11 e che giochi la domenica alle 14 d'inverno e alle 16 d'estate. Tecnicamente è possibile, e basterebbe essere riconosciuti dall'UEFA. Una provocazione ? Forse, ma non contateci troppo.

In fondo da anni ormai le grandi vorrebbero un campionato europeo, ma ci si può arrivare anche dal basso, mica solo per l'ennesima decisione di lor signori.

Liaigh