Io ora sto con Preziosi

di Cecco Angiolieri

 

  

 

"Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati." (Bertold Brecht)

 

 

Beh, non si può proprio dire che, prima delle tragiche e grottesche vicende di quest’estate, Enrico Preziosi mi fosse molto simpatico, anzi.

Mentre tutti lo osannavano, fedele, ma che dico fedele, fedelissimo al mio nickname, in piena controcorrente, avevo anche scritto alcuni articoli che non erano esattamente un attestato di stima nei confronti del Presidente, tanto che qualche scoreggina mi aveva persino accusato di apostasia, e mi aveva consigliato di fare l’abbonamento ad una squadra di delegazione, di cui ora non ricordo il nome.

Ma il tempo scorre, portando con sè avvenimenti che cambiano tanto il mondo e le cose, quanto il modo di vederle.

Sarà anche vero che quando tutti cercano di convincermi di una cosa, finiscono per persuadermi del contrario, ma una ormai ahimè lunga esperienza di vita mi ha insegnato a diffidare in maniera profonda del comune sentire e della comune opinione.

Ora, tranne una parte del popolo rossoblù, l’intera Italia calcistica ritiene che Preziosi sia la summa teologica del peccato in tutte le sue accezioni e declinazioni, una sintesi estrema di malvagità idiozia e sfiga, un personaggio di cui la data di nascita dovrebbe spostarsi all’indietro nel tempo di almeno due o trecentomila anni, perchè altrimenti, dall’homo afarensis in poi, non si potrebbero spiegare i mali del mondo.

Sono addirittura commoventi gli amici di delegazione - il cui freudiano complesso di inferiorità li spinge ineludibilmente a interessarsi alle nostre vicende e ad i nostri drammi anche quando gli stessi si svolgono a distanze incommensurabili dal loro mondo - che con affannosa preoccupazione, desiderando il nostro bene al di sopra di ogni altro loro bene, ci mostrano a quali nefandissime bassezze sia arrivato il nostro Presidente, e ci consigliano, anzi ci spronano ed esortano a defenestrarlo seduta stante, magari con barricate cittadine stile risorgimentale.

Se poi qualcuno fa cenno ai nostri similparenti delle grottesche e paradossali ingiustizie celebrate sulla nostra pelle, essi, dimostrando una concezione forse un pò ardita del nesso causale, fanno risalire in ultima analisi le (per loro presunte) ingiustizie sempre a colpa e imputabilità del Presidente, arrivando a concludere con una coerenza logica probabilmente rubata ad una astrologa schizofrenica  che se i giudici della Caf  hanno scritto i bigliettini  la colpa è degli avvocati di Preziosi che sono andati a ravattare nel cestino dei rifiuti, e quindi in conclusione di Preziosi stesso.

Ora - è notizia di oggi - la Procura di Como, che come quella di Genova, ci deve volere un gran bene e si preoccupa per noi, ha arrestato Preziosi per impedirgli di fare a noi le stesse cose orribili che ha fatto al Como tre anni fa o giù di lì.

Ringrazio per le nobili intenzioni e per l’amorevole tutela dei nostri diritti dimostrati dalle anzidette Procure, che sembrano volerci strappare a tutti i costi dalle crudelissime  grinfie di questo bieco individuo, ma – perdonate la mia imperdonabile ingratitudine – su certe cose e soprattutto su ciò che è confacente ai miei interessi e ciò che non lo è, io, come penso tanti altri Genoani, vorrei sbagliare da solo, e se il nostro Presidente si sarà rivelato davvero un delinquente come dicono, non credo avrò bisogno, nè io nè tutti i Genoani dei suggerimenti che i nostri solleciti “amici” vogliono propinarci.

Ora, domani mattina mi aspetto una sfilza di “Te l’avevo detto!” da parte dei preoccupatissimi ciclisti, che, per le ragioni sopra illustrate sono interessati alle nostre disgrazie molto più che alle loro fortune, temono ancora di più per le nostre sorti, una volta confermata l’inequivocabile e travolgente pericolosità sociale e tendenza a delinquere del nostro Presidente.

Meno male che la mia pazienza è talmente allenata da essere a prova di bomba, e la mia voglia di nuotare controcorrente aumenta ancora di più di quanto aumenti la corrente, e per questo domattina io, ma non credo solo io, mi sentirò ancora più vicino a questo “delinquente”. 

 21 settembre 2005

Nota: La parte del torto ha le sue controindicazioni