La vittoria piu' importante  

di Cecco Angiolieri

Questa è la vittoria più importante sinora conquistata dal Genoa, forse anche più importante della prima partita con il Ravenna.

Chiunque abbia una minima conoscenza dei fenomeni psicologici che condizionano, forse più di ogni altro elemento, il calcio - che forse per quello rimane un gioco profondamente affascinante e coinvolgente - sa perfettamente che è praticamente impossibile tenere per più di due o tre incontri la tensione psico-agonistica ai livelli ottimali: inevitabilmente, giunta all’apice, la tensione cala, oppure -ipotesi ancor più pericolosa - degenera e si trasforma in quella pericolosissima forma di euforia che ti fa sottovalutare l’avversario o sopravvalutare le tue forze.

E’ difficilissimo, o forse quasi impossibile, evitare il calo o il tracollo della tensione: ci puoi riuscire solamente se hai un organico talmente superiore da colmare anche l’handicap, oppure se hai abbastanza fortuna da rimediare in qualche modo con il risultato quello che non hai ottenuto con il gioco.

Noi, in questa partita, abbiamo avuto tutte e due le cose: perchè il nostro organico è sicuramente più forte di quello di qualsiasi altra squadra e perchè, oggi, la nostra sfiga – che normalmente ci vede benissimo – sarà stata abbagliata dal sole.

Quello che non mi è piaciuto affatto di questa giornata è il "caso Lamacchi", che non è ancora tale, ma potete giurarci che già domattina lo sarà...

Ora, il signor Lamacchi si può anche permettere di essere il peggiore in campo, come ha dimostrato di esserlo nel primo tempo, ma altrettanta discrezionalità non gliela concedo circa l’essere il peggiore fuori campo.

Spero solo che la società dal dramma di quest’estate almeno qualche sana lezione l’abbia tratta: nulla di complesso, per carità, tipo che ciascuno deve ricoprire il ruolo che gli è stato assegnato e a ciascun ruolo deve corrispondere una gerarchia che deve assolutamente e ad ogni costo essere rispettata.

Quindi mi piacerebbe tanto che la cosa fosse rapidamente risolta in seno alla società, che dovrebbe subordinare ogni sua scelta alla decisione del Vava: e non tanto perchè il Sig. Vavassori sino ad ora ci ha dimostrato di essere persona serissima e competente, ma perchè, comunque, è lui e lui solo l’allenatore e, quindi, mi sembra giusto che le posizioni e i ruoli in squadra li decida lui, così come ancora decida lui se un giocatore, che viene valutato certamente per la cifra tecnica che è capace di esprimere, ma anche per l’adattabilità, la flessibilità e la capacità di dare il suo contributo il più efficacemente possibile alla squadra, mettendosi al servizio dell’allenatore, sia utile o dannoso per la squadra stessa.

In verità, mi potrebbe obiettare qualcuno, potrebbero essere molte e molte altre le lezioni che la società dovrebbe aver imparato dalla tragedia estiva, ma facciamo la politica dei piccoli passi e vediamo, ora, se la società ha capito questa.


 Cecco Angiolieri, causidico in Genova

Genoa, 27 novembre 2005