La classe arbitrale ? In paradiso no !

Un tempo gli arbitri italiani erano i più apprezzati al mondo, e si cantavano le gesta dei vari Lo Bello, Agnolin, Pieri come quelle degli atleti in campo. Un tempo, appunto. Ora la situazione è imbarazzante: arbitri spagnoli, tedeschi, francesi, persino gli svizzeri sono enormemente più bravi dei nostri. Assistiamo, mai come quest'anno, a scempi del regolamento e del buon senso ogni domenica (o venerdi, o sabato o lunedi.....), a topiche madornali e a decisioni sconcertanti. L'unica cosa che rimane come un tempo è la sudditanza psicologica: a danno di Juve e Milan si sbaglia pochissimo.

Perchè succede questo ? Sicuramente c'è un evidente crisi delle vocazioni, e quindi, su un numero limitato di elementi, è più difficile trovarne di decenti. Poi, come dicevamo in un altro articolo, gli interessi economici che ormai gravitano intorno al mondo arbitrale fanno si che si sviluppino clientele, anche di tipo politico, che mandano avanti non necessariamente i più bravi ma sicuramente i più ammanigliati.  Poi, in minima parte, hanno contribuito anche le novità di regolamento, che più complicate sono e più possono indurre in errore: il fallo da ultimo uomo, l'espulsione del portiere, il fallo da dietro, sono tutte modifiche che limitano la decisione dell'arbitro e inducono polemiche a non finire. Un fallo da dietro può essere mille volte meno grave di una brutta entrata frontale, però il primo "per regolamento" deve essere punito con l'ammonizione. Va da se che la discriminante diventa la maglia di chi lo commette. Il recupero poi: un tempo veniva valutato dall'arbitro in maniera non così matematica come succede ora, e addirittura si applicava la norma del vantaggio; una squadra che aveva perso tempo per mantenere il risultato e subiva goal nel finale non aveva, giustamente, la possibilità di recuperare il tempo perduto. Sappiamo che non è più così, ma magari di questo argomento, e delle cervellotiche modifiche al regolamento introdotte negli ultimi anni parleremo in un articolo tutto per loro.

Resta il fatto che, dopo Collina, c'è il nulla. Arbitri mediocri e presuntuosi vagano per i nostri campi cercando di imitare il sommo, del quale riescono a mediare solo l'autorevolezza quando si tratta di puntare un giocatore che magari gli ha rivolto un vaffa di troppo senza farlo giocare; arbitri che si permettono di indispettire il pubblico solo per il gusto di farlo; guardialinee che paiono ciechi; quarti uomini che non servono a un tubo. Una pochezza impressionante, che si spera possa essere risolta, ma almeno ci vorrà una decina di anni, cambiando politica e strategie, ma soprattutto facendo piazza pulita dei vertici arbitrali, evidentemente inadeguati alla bisogna.

Liaigh