Viva la noia

di Cecco Angiolieri

 

Se potessi scegliermi l'avversario lo sceglierei come é il Catania: un centravanti che come unica dote sembra avere la mostruosa massa, con il conseguente terrore che  riesce a incutere al difensore che si deve sentire come Willy il coyote, quando l'ineluttabile pezzo di roccia gli sta precipitando addosso.

E per il resto i catanesi sono l'ideale: la nobiltà che solo l'indifferenza al risultato ti può dare, un gioco aperto,anche offensivo, ma mai aggressivo e,soprattutto, non molto dinamico, una difesa che considera il fallo un peccato, un centrocampo compassato quanto basta e, non ultimo, un tasso tecnico complessivo nettamente inferiore al nostro.

Cosa si poteva pretendere di più ?

Eppure non è bastato: le nostre lacune ed i nostri errori sono stati  troppi e troppo gravi.

Lazetic, ad esempio,  era un regalo per il Catania, anzi due: uno per la sua assoluta inconsistenza, che ci di fatto ci faceva giocare in dieci, ed un altro per il suo evidentissimo nervosismo.

Lamouchi, invece, era un pregevole richiamo alla spiritualità: lo vedi giocare un quarto d’ora e ti rendi conto subito che non è vero che esiste solo la materia: l’immaterialità non solo esiste, ma gioca  pure a calcio, sia pure senza troppa convinzione.

Nel mio costituzionale pessimismo non me la sono mai fatta facile, ma temo che arrivare da qui alla fine sarà dura, molto dura: è vero che non ci sono portato, ma davvero non riesco a vedere nulla di positivo in questa partita, ed anzi sono venute fuori preoccupanti conferme, come quella, ad esempio, che basta che manchi una pedina della formazione tipo che si cade in crisi, perché molti giocatori come, Tosto, La Macchi, Sottil, Tedesco, Brevi, Zanini e Stellone oltre che sua maestà Milito, risultano assolutamente insostituibili, e la loro assenza crea molti più problemi di quanti ne dovrebbe creare ad una squadra che voglia davvero definirsi strutturalmente forte.

Poi c’è la conferma che Cosmi, è certo un grande uomo, forse anche un grande allenatore, ma sembra indulgere con grave e costante perseveranza in alcune inspiegabili scelte, come quella di proporre un improponibile Lazetic e di rifiutare quasi aprioristicamente l’apporto di un giocatore come Gemiti, che secondo me è uno dei giocatori più interessanti che negli ultimi anni abbia vestito la maglia del Genoa.

Ma è destino che noi Genoani  si debba soffrire, e forse sarebbe triste e squallido raggiungere il traguardo senza patemi che somigliano ad agonie, ed ansie che sembrano incubi, però, almeno per una volta ancora nella mia vita mi piacerebbe poter rigustare quella noiosa e quasi un  po’ malinconica marcia trionfale del campionato di B disputato con il Professore: perché a distanza di 15 anni o giù di lì, certe sensazioni, magari anche un po’ monotone e poco elettrizzanti, non mi ricordo neppure più come sono fatte.

Cecco Angiolieri