Domani non e' mai troppo tardi

di Cecco Angiolieri

in diretta da Piacenza

C'é chi dice che Genova è una città morta, ma se Piacenza si deve considerare una città vivace, allora noi genovesi siamo tarantolati...

E così in una pigro tardo pomeriggio di questa estate già nata in mezzo all'odore di tiglio e di erba tagliata, girovaghiamo per il centro città per chiedere a qualche fantasma se nei dintorni c'é qualche bar aperto. 

Nessuna informazione c'é stata data, eppure fantasmi stasera in quel di Piacenza aleggiavano eccome, e non erano in pochi.

Anche in campo, se é per quello.  

Fantasmi illustri, perché quello di Tedesco, tanto per fare un esempio, era davvero autorevole nell'evocare ricordi così lontani dalla realtà da sembrare fantasia. 

E del resto anche la partita é stata una specie di incubo, con pali traverse e accadimenti incidentali a nascondere una realtà: siamo cotti, con un allenatore che è ancora più cotto di noi. 

Io, vi dirò, non do affatto per scontato che vinceremo con il Venezia, perchè - anche se non fossi Genoano, e quindi non sapessi per esperienza diretta cosa succede ad amare questo maledetto sogno -  proprio le ultime 15 partite del Genoa mi hanno dimostrato la profondissima crisi che sta vivendo tanto la squadra quanto l’allenatore e, forse (questo più che altro lo intuisco), dirigenza. 

Aggiungete poi un campo di gioco molto piccolo, sia in lunghezza che in larghezza, che certo non favorisce le squadre abituate a giocare in ben altri spazi e una difesa che, così come è disposta in campo da Cosmi non servirebbe per la C, e per di più non è per nulla protetta da un centrocampo dove l’unico incontrista è Brevi, e Tedesco, che pur potrebbe e dovrebbe farlo, è in una esasperante quanto irritante ricerca di gloria. 

Ormai non mi chiedo neppure più il perchè di certe scelte, le subisco, sperando venga in fretta il domani.

 Qualunque faccia abbia il domani... 

 

Cecco Angiolieri