IL LUNGO
ADDIO 2: CATCH THE PIGEON!
Carraro: "Non voglio essere un piccione a cui si spara da tutte le parti"
intervista
di FULVIO BIANCHI da La Repubblica
9-5-06
ROMA - Presidente
Carraro, perché si è dimesso? "Non avevo più voglia di essere identificato
come un piccione cui si spara addosso da tutte le parti".

"Ci
hanno provato in tutti i modi a farmi fuori!"
E
quindi? "Quindi, lascio. Va benissimo così. La Federcalcio ha bisogno di
un vertice federale nel pieno delle proprie funzioni ed è giusto che io mi
faccia da parte".

"Vado.
Questa volta ho deciso che vado. Ma perchè non me l'hai
detto tu di non poterne più?"
Nelle intercettazioni di Torino, 272 pagine, il
vicepresidente Innocenzo Mazzini le dava del "coglione", anche Moggi non aveva
avuto certo parole gentili nei suoi confronti: scusi, ma non erano amici suoi? E
come mai loro non si sono dimessi? Come mai nemmeno Lanese se ne va? "Io
non giudico gli altri, spetta alla sensibilità di ciascuno decidere come
comportarsi, non mi riguarda. L'ho spiegato anche nella conferenza stampa
dell'altro giorno. Io mi sono dimesso: avevo stabilito di andare via a fine
anno, a fine 2006. Ho anticipato di sei mesi. Vado in vacanza prima, insomma:
volevo capire, d'altronde, da dove arrivavano le pallottole...".

Manifestazioni
di solidarietà per Carraro in tutta Italia
Nelle carte da Torino lei ne esce bene, pur ricoperto da insulti. E
da quelle che stanno per arrivare da Napoli? "Non so che cosa hanno
le Procure di Roma e Napoli che stanno indagando su queste vicende. Ma le posso
dire una cosa con assoluta certezza: se anche a Napoli avessero intercettato
Luciano Moggi per un'intera stagione, quella dell'anno scorso, io sono
assolutamente sereno che non ho mai detto niente che possa crearmi un problema.
Non credo che tutti siano in queste condizioni...".

Il
silenzio degli innocenti
Ha la coscienza a
posto, quindi? "Certamente. Sono serenissimo: ho sempre rispettato
l'etica. Forse qualcuno dovrà ricredersi sulla mia persona. Credo di avere fatto
le cose sempre con estrema serietà, rispettando le regole, senza mai interferire
con la giustizia sportiva: solo una volta abbiamo disatteso le norme, è stato
quando abbiamo aumentato la serie B (caso Catania, ndr). Ma l'abbiamo fatto per
una ragione di stato. E' stata una decisione dolorosa, il minore dei mali ho
sempre detto. Per il resto abbiamo preso anche decisioni dure, più dure di
quelle della magistratura ordinaria per il semplice motivo che nel mondo dello
sport c'è anche un codice di etica che va rispettato".

"E
per il Catania in B un cero a Santa Rosalia portai:
DIGIAMOCELO!"
Anche gli
allenatori Mancini e Prandelli le hanno sparato addosso. "E le loro
società non sono intervenute per smentirli".
Lo stesso Antonio Di
Pietro aveva chiesto che lei se ne andasse. "Esatto, e Di Pietro sta per
diventare ministro della Repubblica...".
Gianfranco Fini ha detto:
non è mai troppo tardi... Sorride: "Ha ottenuto quello che voleva con
tre anni di ritardo, già ai tempi del caso Catania chiedeva le mie dimissioni,
no?... Ora le ha avute. Vado in vacanza con sei mesi di anticipo".

Fortuna
che i tifosi sono sempre stati tutti dalla sua parte!
Ma
quando convocherà adesso un consiglio federale? "Beh, non tocca più a me
convocarlo. Io comunque lascio una Federcalcio che funziona, che può andare
avanti, e va sicuramente avanti. Il 22 maggio gli azzurri vanno in ritiro per il
Mondiale, fra poco più di un mese si gioca. Ho parlato con i ragazzi e con Lippi
nei giorni scorsi alla Borghesiana".
Non c'è il rischio che la
candidatura agli Europei del 2012 possa cadere? "E perché mai? No, entro
fine mese dovremo presentare il dossier numero 2. E' già pronto, con tutte le
garanzie del governo. La Figc va avanti".
Non ci sono rischi insomma
anche in prospettiva Mondiale? "Non direi proprio. Ripeto: la Figc
funziona, il programma va avanti come previsto e io a fine mese sarò
all'esecutivo Uefa, a Dublino"

"La
FIGC è un meccanismo perfettamente funzionante!"
E se le chiedessero di tornare
indietro? "Non so. Non ho certo voglia di passare un'altra estate come
quella del 2003. Vedremo. Come detto, vado via solo sei mesi prima rispetto al
calendario di lavoro prefissato".
Ma se il consiglio federale,
all'unanimità, respingesse le sue dimissioni nei prossimi giorni?
"Vediamo se ci sono le condizioni per continuare. Che tipo di consenso può
arrivare dal mondo del calcio, dello sport? E' presto per dirlo, facciamo le
cose con calma. Meditando. Niente furbate... Io voglio che la Federcalcio sia al
riparo anche dalla situazione politica".
Ma se... "Vediamo le
condizioni. Valutiamo le condizioni".
Prossimamente
su questi schermi?
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