Calma e Gesso

di Cecco Angiolieri

Alla fine del primo tempo non ero poi troppo deluso: il male del Genoa era certamente evidente, ma quantomeno non era oscuro, così come certamente non sono misteriose le cure di tal male: se la società a Gennaio si muoverà con anche la metà della saggezza con cui si è mossa ad Agosto e riesce ad evitare le clamorose solite sciocchezze invernali  - pensavo – ci troviamo tra le mani una signora squadra con cui giocare tutte le carte nella corsa primaverile, che da sempre è quella che conta.

Perché nel primo tempo la squadra non ha giocato affatto male, a prescindere dai soliti due – tre errori difensivi, che, insieme alle  ormai già proverbiali papere Barassiane sono diventati una fisiologica abitudine, o almeno così voglio credere, per non impazzire.

Quello che non sapevo, né, sinceramente, avrei mai potuto immaginare, è che il secondo tempo non c’è stato, o, quantomeno, non è durato più di 10 minuti, il tempo di fare la grande frittata.

Da quel colpo – ma sinceramente era ovvio e del tutto scontato – la squadra non si è più ripresa.

Però, ciò detto, attenzione a non insistere troppo sul punto:gli occhi per vedere ce l’abbiamo tutti, penso anche i responsabili tecnici della società, e del resto i linciaggi, oltre ad avere un non so che di rivoltante, non sono mai serviti a nulla e a nessuno.

Il problema, semmai, è che stasera c’erano tanti di quegli alibi, che il loro numero ha rischiato di porre in ombra i problemi strutturali del Genoa, che con Barasso c’entrano poco o niente e che sotto il profilo tecnico consistono nella mancanza di giocatori di ruolo come un terzino destro e un  centravanti e sotto quello tattico la assoluta incapacità di gestire la palla e abbassare i ritmi di gioco.

Non sono un tecnico così raffinato da sapere se e quanto le lacune tecniche determinino quelle tattiche, anzi,  a pensarci bene non sono neppure un tecnico, e quindi lascio queste questioni ai miei guru da bar preferiti, con la preghiera, però, di non esagerare e, soprattutto, di non cercare facili capri espiatori.

Devo peraltro dire che anche dopo la frittata non sono poi così pessimista, e neppure poi così infuriato, come mi aspettavo di essere: mah, sarà l’età...

Però non farebbe male ricordarsi che siamo una neopromossa, che veniamo dalla C e che abbiamo cambiato nove o dieci undicesimi della squadra, a secondo di quella che si considera la formazione titolare standard e che conseguentemente in tali condizioni è più o meno un miracolo essere dove siamo.

Quindi prendiamo due o tre respiri profondi e vediamo di non attaccarci alla rete alla prossima partita casalinga con la Juve, se non altro perchè da qualche anno al De Ferraris al posto delle griglie ci hanno messo i vetri, dove è più facile scivolare, specie se si tenta di arrampicarsici su.

  Genoa, 25 novembre 2006                         Cecco Angiolieri


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