Cecco Angiolieri e' un personaggio venuto alla luce dalla schizofrenia di
un avvocato frustrato perche' innamorato della Giustizia oltreche' del Genoa,
due realta' - orizzonte, destinate ad essere eternamente inseguite nella scia
dell'utopia, senza pero' mai essere raggiunte nel loro compimento.
Cecco
puo' sembrare incazzoso, irruento e quasi violento (metaforicamente
s'intende) nelle proprie battaglie, e in effetti e' proprio cosi': una volta
tanto le apparenze non ingannano.
Detesta i luoghi comuni, le frasi
fatte e la pigrizia mentale di chi ritiene piu' facile e comodo ragionare con
la testa degli altri.
Ama le posizioni difficili e controcorrente,
detesta i finti buoni sentimenti, la finta ragionevolezza e l'eleganza,
questa finta o vera che sia: supplisce allo stile che non ha mai posseduto
con molto senso dell'ironia e una notevole dose di indifferenza rispetto
alle proprie carenze.
Ritiene, pero' - anche qui in piena
controtendenza - che le forme siano importanti perche' facenti parte della
sostanza, e giunto a mezzo secolo di vita detesta le commesse dei negozi che
gli danno del tu, specie quando lo chiamano "nonno".
Da
bambino ha letto la fiaba del Re nudo, e da allora ritiene tale fiaba come
una delle metafore piu' aderenti alla realta' umana, realta' alla quale
peraltro non sente di appartenere.

Cecco
illustra pacatamente le sue tesi
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