"La mente è come un paracadute, funziona solo se è aperta" - Frank Zappa

 

L'importante è patire 

Ahi genovesi, uomini diversi

d'ogni costume e pien d'ogni magagna,

perché non siete voi del mondo spersi?

Dante Alighieri - Inferno XXXIII

 

 

Si sa che l'inazione rende gli uomini rissosi, viziosi e ottusi (*).

Una rappresentazione plastica di quanto questa considerazione sia esatta la dà la città di Genova.

Se ne potrebbero trovare tante manifestazioni, in tanti settori della vita pubblica della Superba, e il calcio non fa eccezione.

Quello che sta capitando negli ultimi anni di vacche relativamente grasse è veramente divertente, se visto da Torino o Milano, e deprimente, se visto da Castelletto o Priaruggia.

La mancanza di motivi per soffrire è stata una gradevole sorpresa, durata lo spazio di un mattino.

Come diceva molto lucidamente un amico il giorno subito dopo la promozione in A, la cosa più bella di tutto il campionato di B era stata aver perso a Mantova, in modo da dover soffrire fino all'ultimo secondo con il Napoli.

Le gioie dei primi due campionati di A sono state metabolizzate con crescente, annoiato fastidio.

Al terzo anno di A erano già in parecchi a mostrare sintomi di astinenza.

Plastico e insuperabile quell'altro conoscente che, il settembre dopo la splendida cavalcata di Milito, esibiva nel suo negozio una faccia da funerale e, alla richiesta, cauta, su cosa gli fosse successo, se un lutto in famiglia o una grave malattia, rispondeva sospirando “Gasperini...”.

Il crescendo successivo è stato assolutamente rossiniano, travolgente come la Cavalcata delle Walkirie e divertente come una assemblea condominiale il venerdì sera.

Decine di Piccole Vedette del Dolore stavano appostate, nei metaforici punti di osservazione della rete e dei media, alla disperata ricerca di qualche disastro (ne abbiamo vissuti tanti: la cessione di Coppola, Forestieri, Gasbarroni, Figueroa...) o, finalmente, di un nemico da abbattere.

Si sa, del resto, che niente unisce ed esalta come la lotta.

Se poi il nemico è frutto di un delirio collettivo e la lotta non serve a nulla, meglio ancora.

Di Presidenti da contestare, purtroppo, in giro manco l'ombra (finora...), i complotti di Poteri Forti si sono portati meno quest'anno, non ostante la sempre fertile fantasia del Controspionaggio rossoblù, salvo qualche ingegnoso tentativo con la questione stadio, ma non ha funzionato.

Ha così preso quota la Resistenza contro il Presuntuoso di Grugliasco. Allenatore che ci ha messo parecchio del suo cattivo carattere e della sua incompresa intelligenza per non farsi amare e avvitarsi in un loop, indubbiamente, ma che nella parte del Tiranno da abbattere, per gente con un minimo di lucidità, sarebbe stato decisamente stretto.

Ma del resto anche Bagnoli ci liberò dei suoi problemi... lanciandoci verso l'avvenire luminoso dello spareggio di Firenze.

Fuori Genova queste dinamiche sono oggetto di frizzi e lazzi mordaci, tra i molti osservatori poco benevoli, e di facce perplesse e mani nei capelli nei pochi osservatori simpatetici (diciamolo, i genovesi di Genova sono considerati una pessima razza in tutto il Nord Italia, e anche su questo ci sarebbe da fare un sano esame di coscienza, non è possibile che sbaglino sempre gli altri, anche se hanno la nebbia e noi sciacquiamo i panni nel basilico).

Il fatto è che quando si innesca la Spirale della Caduta a Precipizio, il masochista non può raggiungere l'orgasmo se non sottoponendosi alle umiliazioni più strane e inconfessabili.

Il sangue chiama sangue, la stupidità stupidità.

La frenesia dei Tafazzoni dalla Storia Leggendaria e dalla Competenza Millenaria potrebbe quindi essere solo all'inizio.

Del resto, in una città dove non c'è veramente nulla da fare, perché nulla si muove e nessuno si schioda, alternative per avere qualche emozione non ne hai mica tante.

Da manuale, ad esempio, per prendere una cosa di attualità, la vicenda del Pedatore Toni. Indipendentemente da ogni considerazione sul suo valore (non era un campione quando molti disperati di oggi parlavano apertamente di lotta per lo Scudetto e non è un brocco ora), è assolutamente sorprendente l'esultanza dionisiaca che anima molti per la sua cessione.

Si esulta freneticamente quando ancora non si sa da chi sarà sostituito (cosa che suona tanto incredibile quanto quel Cuore Rossoblù che dichiarò - sic! - che il momento più felice della storia del tifo genoano fu un derby perso 4 a 1, ma interrotto per fieri disordini in gradinata) e senza considerare che è stato sbolognato a quella notoria manica di fessi e benefattori della... Juve di Marotta.

Può essere che questa frenesia venga arrestata da una dirigenza saggia e programmatrice.

Il fatto che sia la stessa che, apparentemente in preda ad analoga Estasi dell'Abisso, sta cercando di vendere tutti i giocatori pupilli di Gasperini, indipendentemente dal valore tecnico e da qualsiasi programmazione (vengono ceduti giocatori di tutti i ruoli prima di intervenire sull'unico in carenza: il centrale di centrocampo), qualche dubbio lo lascia.

Per altro verso, verrebbe da domandarsi se, per limitarsi a un solo esempio, anche Ranocchia sia uno dei tanti talenti bruciati da un allenatore troppo poco aziendalista.

Ma queste sono domande difficili, a Genova c'è già il pesto, un buon clima e un bel panorama, avessimo anche saggezza e intelligenza la Natura avrebbe fatto proprio un'ingiustizia.



 

 

(*) Figuriamoci I principi russi, verrebbe da chiosare

Principe Myskin

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Genoa, 7 gennaio 2011