"La mente è come un paracadute, funziona solo se è aperta" - Frank Zappa

 

I testimoni di Ge(n)ova

Ahi genovesi, uomini diversi

d'ogni costume e pien d'ogni magagna,

perché non siete voi del mondo spersi?

Dante Alighieri - Inferno XXXIII

 

 

Mi è stata chiesta una foto ricordo di Gian Piero Gasperini, dopo 5 anni insieme.

Ne scelgo due. La prima è negli spogliatoi di Napoli Genoa, partita della promozione in A (e poi di tante altre partite decisive): lo sguardo di ghiaccio bollente a Marco Rossi e Milanetto, prima di uscire per il riscaldamento, insieme ordine perentorio e inconfessata speranza: "sapete cosa fare".

Il secondo, a Pescara, dopo una prova scialba: quando disse, piú o meno, "Esistesse il campionato della presunzione (una parola ricorrente, in tema :-)), per il Genoa sarebbe scudetto matematico tutti gli anni. Qui si parla tanto di storia, ma le chiacchere non fanno punti".

Tutto il bello che è seguito, è stato solo la logica conseguenza.

E anche il brutto, che speriamo si fermi qui. 

Genova è un tiepido e coreografico tratto d'acqua, i cui pesci si perdono per lo più a contemplare nello specchio la grandezza che fu, se ci fu. Una grandezza che sopravvive con l'inconsistenza di uno stemma araldico e l'arroganza dei figli di papà.

Ma, attenzione, quello non è uno specchio, è una parete: Genova, ormai, è un acquario triste, l'affresco luminoso di una splendida agonia.

A furia di gettar via il talento dei foresti, e bearsi dello splendido isolamento, resteranno solo malinconiche lische di pesce, sul fondale delle occasioni perdute.

 

Come dicono i testimoni di Ge(n)ova, SVEGLIATEVI!

 

Principe Myskin

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Genoa, 10 novembre 2010