"La mente è come un paracadute, funziona solo se è aperta" - Frank Zappa

 

Squadra che vince...

 

Chi ci legge lo sa, che noi Druidi siamo tignosi, pignoli e rompiscatole, se non siamo convinti. O forse solo molto ambiziosi quando si tratta di rossoblù.

Sta di fatto che, anche stavolta, quando tutto sembra andare per il meglio, ci è capitato davanti agli occhi qualcosa che non funziona.

E' fin dall'inaugurazione di questo sito, ormai molti anni fa, che insistiamo sulla esigenza di continuità della programmazione come presupposto per imprese (sportive e non) di successo.

Ciò posto, ci lascia qualche perplessità quanto emerge dai giornali in questi giorni, circa avvicendamenti nell'organigramma del Genoa.

Non tanto e non solo la tempistica dell'ingresso (si dice) di un nuovo, ed esperto, DS. Siamo i primi a sostenerne la assoluta necessità, per far sì che presidente, amministratori e tecnico possano raccogliere la gloria (il primo) e lavorare nel rettangolo del campo, con la mente sgombra (il terzo), ma certo sono bizzarri i tempi: a mercato (apparentemente) già quasi concluso. Come scelta di tempo, ricorda il peggior Eddy Mengo (quel talentuoso (?) difensore ex Fermana che si accorgeva che i compagni avevano chiamato il fuorigioco solo quando l'avversario era in porta). Ma non è detto che questo sia un problema grave.

Lascia molto ma molto perplessi, invece, che, forse proprio per risistemare gli equilibri interni in vista del nuovo arrivo, si parli di sacrificare due elementi dell'organigramma che, sconosciuti al grande pubblico sono - lo sa chiunque frequenti il Signorini o i genoa club con occhi aperti e orecchie tese - tra gli artefici dei due begli anni appena trascorsi.

Il Team Manager Francesco "Soluzione" Salucci e il Medico Sociale Lucio "Rubinstein" Genesio.

Se il Genoa in questi due anni non si è radunato a Sestri Levante con un albergo prenotato a Pèntema, con bagno comune sul terrazzo , se nello spogliatoio c'è sempre stato un clima (moderatamente, siamo al Genoa  ) sereno e Gasperini non è rimasto fulminato in panchina o crocifisso in sala mensa dopo una pacata discussione sulla gestione del gruppo , se il Genoa ha smesso di essere una succursale di un reparto lungo degenti convenzionato con tutte le mutue e gestito da emuli del Dottor Mengele, lo si deve, infatti, proprio al Dinamico Duo, all'amletico scacchista e al sognante pianista.

La loro permanenza, il cui merito va alla capacità di brillante scelta degli uomini di questa dirigenza, varrebbe quasi quanto i goal di Borriello.

"Squadra che vince non si tocca."

Nel calcio del 2000 questo adagio non vale più per i giocatori ma vale al quadrato per i ruoli societari: non una sola società vincente si affida al turn over di questi ruoli chiave.

 

 

 

 

 

Principe Myskin

 

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Genoa, 7  luglio 2008