"La mente è come un paracadute, funziona solo se è aperta" - Frank Zappa

 

 

Beppe Severgnini osserva intelligentemente che in Italia il Capodanno dovrebbe celebrarsi il primo settembre: è al ritorno, esausti, dalle partenze intelligenti che ricominciamo a vivere un nuovo anno.

Dovendo fare il punto degli avvenimenti dell'estate, non c'è che da scegliere.

La prima cosa da osservare è che il Genoa, promosso a giugno, non è ancora retrocesso, e questa è già una notizia e un passo avanti rispetto al recente passato .

Molto si è discusso sul calciomercato (come è normale, il calciomercato serve al 20% alle esigenze degli allenatori e all 80% a quelle dei chiaccheroni), prevalentemente in termini critici e, ammettiamolo, prevalentemente dopo i colpi di mercato dei bravi cugini.

Vado come sempre controcorrente e dico che sono contento della eccellente (e scintillante) conduzione del mercato dell'altra sponda, non foss'altro che perché mette in chiaro le gerarchie cittadine e aiuta a non coltivare pericolose illusioni e stressanti paragoni: ciò che può permettersi una squadra che da diversi anni si trova in serie A non può essere a portata di mano di una neopromossa: prendiamone atto con serenità e umiltà.

L'obiettivo del Genoa è lottare onorevolmente per la permanenza in A (non chiamiamola salvezza, che è già parola che evoca concetti tragici che non dovrebbero avere cittadinanza nello sport), cercando di proseguire nel bel gioco e nei valori extratecnici dimostrati nel campionato precedente.

L'obiettivo a mio avviso è nettamente alla portata, sempre che i tifosi genoani non si facciano prendere dalle consuete paturnie, che l'ambiente resti coeso e che Gasperini confermi le doti di intelligente astuzia fino a qui dimostrate.

 

Il secondo argomento di attualità è quello dello Stadio di Marassi, intorno al quale si verificano episodi decisamente curiosi.

Ai Druidi l'argomento interessa, e non solo per l'aspetto affettivo e sportivo. Le discussioni intorno al Ferraris sono infatti un efficace riassunto di tanti vizi italiani.

Cominciamo con il ricordare che lo stadio di Marassi è uno dei pochi stadi italiani completamente a norma (per effetto di una serie di pesantissimi investimenti pubblici). In secondo luogo osserviamo, per chi se lo fosse perso, che si tratta di uno stadio dichiarato "stadio modello" dall'Antitrust, in un parere sulla riforma del calcio.

Recentemente si sono invece levate una serie di voci che sostengono che si tratterebbe di uno stadio "pericoloso".

La prima osservazione da fare è che uno stadio è pericoloso, di per sé, solo se pericolante o pieno di trabocchetti. Le autorità lo hanno ritenuto a norma e modello, per cui questa condizione non sussiste (e si tratta di un motivo di vanto per la amministrazione comunale).

Quelli che si dicono pericolosi sono, invece, i tifosi.

Spostare lo stadio significherebbe spendere alcune centinaia di milioni di euro di soldi pubblici (nessuno crede alle favole del project financing anche perché in Italia non se ne ricorda uno che abbia funzionato con soldi privati), di soldi nostri, per evitare le attività delinquenziali di alcune decine di scalmanati.

Già così la cosa suona assurda.

Ma suona ancora più assurda se si confronta quanti reati e danni derivano dai comportamenti dei tifosi, da un lato, e quanti reati sono commessi ad esempio, nel centro storico di Genova o quanti morti e feriti e sofferenze sono determinati dalla cattiva manutenzione delle strade, dalla carenza di fondi nella Sanità e dell'assistenza, per dire.

E, soprattutto, quanto poco basterebbe spendere per limitare i danni in questi due settori: con i soldi necessari a costruire uno stadio si salverebbero addirittura centinaia di vite umane e si trasformerebbe Genova in una città giardino.

Chissà quante forze dell'ordine, per esempio, potrebbero essere utilizzate sulle strade (e per la repressione di crimini socialmente più pericolosi che le botte tra tifosi o le frodi sportive), quanto frustrante lavoro in meno per i sindacalisti, quante apparecchiature ospedaliere si potrebbero acquistare, e così via.

Tra le due finalità pubbliche non vedo differenze che dovrebbero far scartare a un cittadino neutrale la seconda.

Ne vedo invece molte che farebbero scegliere la prima a chi abbia interessi nell'edilizia.

Ma in democrazia non comandano mica gli interessi dei pochi, giusto ?

Insomma, la costruzione di un nuovo stadio è roba roba buona solo per la fantascienza o la satira.

 

Principe Myskin

 

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Genoa, 3 settembre 2007