I Druidi, come si sa, coltivano la perversione della memoria. Ma non quella artificiale, illusoria e fasulla degli hard disk, ma quella sanguigna e selettiva del cuore e del cervello.

Questa puntata delle anteprime al contrario è dedicata ai tifosi e giornalisti genoani (perché, nel bene e nel male, non c'è differenza), ed è ispirata dalle geremiadi che stanno accompagnando la fine della campagna acquisti e preparazione del campionato 2006 2007.

Si tratta di qualche estratto di un articolo del 3 agosto 1990 di Giulio Vignolo, il cui ritaglio abbiamo gelosamente conservato, certi che sarebbe diventato utile.

Ricordiamo che si stava allenando il Genoa che avrebbe vinto il derby di Branco (all'epoca non ancora ingaggiato, va detto) e conquistato il quarto posto.

Detto in sintesi, piangiamo molto e di pallone capiamo poco.

 

Nella foto Principe Myskin in gioventù

 

Dal Secolo XiX del 3 agosto 1990, articolo a firma di Giulio Vignolo

" (...) - Ma lei è sempre pessimista ! - ,  si gira e mi dice un giovane tifoso in tribuna. E' appena finito il primo tempo. 

Il Genoa non ha certo brillato ed è bloccato sullo  0 - 0. Avevo appena espresso qualche perplessità sulla nuova formazione, 

concludendo: - Un altro anno di passione -.

- Sempre pessimista -. Ci rifletto un attimo e devo dare ragione a chi mi accusa. E' vero, non ricordo un'estate (in A) senza previsioni, se non di sventura, di sofferenza garantita

(...)"

 

E ora i tifosi:

 

"Cinquemila se ne vanno senza clamori, scambiandosi impressioni: - Skuhravy ? Fortissimo di testa ma non tanto svelto di gambe. Bravo a fare da torre per gli altri, un po' lento nel girarsi - (...) - Bortolazzi ? Bravino. Ricorda Matteoli, un po' scarso di peso" (...) - Ruotolo ? All'ala non convince. Con il suo dinamismo serve di più in mezzo al campo".

(...)

 

 


 

 

Quello che vogliamo insinuare è solo che se c'è una costante nel Genoa, oltre ai cattivi risultati sportivi, quella è l'atteggiamento dei tifosi e della stampa.

E che questo atteggiamento, in genere, non ha la sua causa in fantomatici complotti di crudeli petrolieri e invidiosi artisti della pedalata (al più, spettatori interessati e divertiti) ma una una spiegazione molto più semplice.

Il Genoa, come realtà disastrata ma sempre sopravvivente, attira una delle due categorie in cui si possono dividere le persone: i depressi con mania di grandezza.

E fornisce loro lo spettacolo desiderato: la sconfitta cui reagire.

Non a caso le cose sono cambiate solo quando è caduto dal cielo, quasi miracoloso, un genoano di buon senso (quasi una contraddizione in termini): Osvaldo Bagnoli. E non a caso non è durato molto.

Lo abbiamo già detto, in questa categoria di persone si trovano gli eroi dei momenti tragici.

A me però piacerebbe anche gioire nel quotidiano.

A voi ?

 

 

 

Genoa, 16 agosto2006

 

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