Il Nuovissimo Osservatore (luglio 2003)

 

Cari amici druidi, devo confessarvi che sono imbarazzato dal successo che i miei interventi stanno riscuotendo. Ancora ieri ho ricevuto un simpatico messaggio da parte di un amico che ha colto con strabiliante esattezza l’essenza del mio lavoro, che consiste, come ben sapete, nel girare l’intera Italia per commentare per voi il gioco più bello del mondo. Devo però rimproverare bonariamente questo amico. Come tutti sanno, la nostra bellissima penisola, lo si impara sin dalla prima elementare, assomiglia ad uno stivale. Ad uno stivale, ad uno stivale solo, amico, e perciò il tuo messaggio “Markus, osservatore di ‘sto par di stivali” deve essere corretto in “Markus, osservatore di ‘sto stivale”.

Ma veniamo al nostro argomento di oggi. Sulla spiaggia di Ladispoli ove trascorro una settimana di ferie sono rimasto sbigottito nell’udire il ragionier Perazzi sostenere che ignora se la squadra per cui tifa giocherà il prossimo campionato ancora in serie B o in serie C1. Ma amici miei, come è possibile dirsi tifosi e, a così tanto tempo dal termine del campionato, non sapere se la squadra del proprio cuore si è salvata o è retrocessa! Altro che tifo, questo è menefreghismo. Luglio sta per finire, le rose sono complete, la coppa Italia è alle porte, gli allenatori studiano i calendari, e il nostro bravo ragioniere non sa dire se la squadra di cui si dice appassionato si è salvata o no. Che volete che vi dica.

Se questo mi ha fatto sorridere, mi ha veramente indignato apprendere dal giovane Fabio Lo Surdo, anch’egli frequentatore dei bagni Lisetta di Ladispoli, che esiste, e riscuote grandissimo successo, un libro di barzellette su Toti. Questo sconcio dà veramente il segno dello squallore morale a cui ci siamo ridotti. Raccontare barzellette su Enrico Toti è doppiamente canagliesco e squallido: si manca di rispetto, in una sola volta, ad un eroe della patria e ad un invalido. Ho trovato poi inqualificabile, ad aggiunger vergogna a vergogna, che in questo disgustoso libello si finga che Toti fosse un calciatore, quando tutti sappiamo che questo grande italiano aveva una gamba sola, e avanzava reggendosi ad una stampella, quella stessa che scagliò contro l’austriaco. Ora, è a tutti evidente che un uomo con una gamba sola non possa giocare al calcio. Vi fu, a dire il vero, il collega Emilio Sartorelli che sostenne, una volta, in una conversazione che ebbi con lui presso la trattoria “Da Pina”, che Massimo Palanca fosse privo del piede destro, ma il Sartorelli si ingannava, come potei constatare io stesso la domenica successiva analizzando con attenzione la gara interna del Catanzaro. Insomma, far di Toti un calciatore è, mi si passi il termine, un indecoroso sacrilegio.

Nella speranza che queste poche settimane che ancora ci separano dall’inizio del nuovo campionato trascorrano in fretta, vi saluto e resto ancora il vostro affezionato

Markus l’Orribile

 

Ti è piaciuto ? Vuoi leggere le puntate precedenti ? Clicca qua (non ti preoccupare, la visita psichiatrica te la faremo a domicilio con modico sovrapprezzo).