Genova, 3 Febbraio 2006

I pm genovesi Arena e Lari hanno deciso di archiviare l'accusa di associazione  a delinquere al patron del Genoa, Enrico Preziosi.
Analoga decisione per il figlio Matteo e l'ex direttore generale Stefano  Capozzucca.
I tre, assieme agli ex dirigenti del Venezia, vanno invece a giudizio per frode sportiva in relazione alla combine per la partita Genoa-Venezia  dello scorso campionato di serie B. Gli altri imputati sono Giuseppe Pagliara,  Franco e Michele Dal Cin.
 

Dico la verita', la tentazione di stare zitto ce l'ho avuta, e anche forte.

Non sono ingenuo, lo vedo che il mondo del calcio e' sempre piu' corrotto.
E sinceramente sono davvero disgustato dagli avvenimenti di questi ultimi anni, che avrebbero fatto capire persino a cappuccetto rosso che il calcio e' tutto, davvero tutto, tranne che uno sport.
Pero', e nonostante tutto, un'ingiustizia rimane tale, indipendentemente dal soggetto di chi la commette e dal soggetto che la subisce e, come ha fatto osservare un' autorevole voce, per commettere un' ingiustizia non e' neppure necessario che la vittima sia innocente.
Ma in questo caso le principali vittime, noi Genoani, innocenti lo eravamo davvero, e - ma per Dio, non nascondiamoci sempre dietro un dito - l'operato dei P.M. che, indipendentemente da qualsiasi osservazione sulla sua legittimita' e correttezza , ha gettato una citta' nel fango e ha esposto una tifoseria che tradizionalmente considera la propria squadra simbolo e portatrice di valori che vanno ben al di la' del semplice ambito calcistico, ad un vero pubblico ludibrio, beh, l'operato di questi magistrati qualche perplessita' la solleva.
E vorrei porre a chi in materia e' certamente ferrato piu' di me,  qualche domanda e qualche osservazione, neppure troppo tecnica, ed alla quale credo sara' facile rispondere:

1) Quali erano gli elementi, anche solo indiziari, in base ai quali i P.M. hanno ipotizzato l'associazione a delinquere ?
Perche' puo' essere anche fisiologico che un PM chieda una qualche autorizzazione ad usare mezzi istruttori in forza di una ipotesi accusatoria che poi, con un approfondimento dell'indagine, si rivela infondata. Pero', ovviamente, al momento della richiesta del magistrato inquirente  ci devono in ogni caso essere concreti elementi che ti fanno ragionevolmente ritenere probabile o verosimile una certa ipotesi accusatoria. Pero' nessuno sa quali siano stati tali elementi.

2) In tale situazione si puo' ritenere del tutto infondato e immotivato il sospetto dell'avv. Biondi circa il fatto che  l'ipotesi accusatoria della associazione a delinquere fosse un  "escamotage", o trucco che dir si voglia, per ottenere l'autorizzazione alle intercettazioni, che, in caso di ipotesi concernente il semplice reato di frode sportiva, non sarebbero potute essere disposte ?
Perche' se cosi' fosse - e ci sia consentito ossevare che l'ipotesi magari sara' infondata, ma certamente e' verosimile  - ci sarebbe indubbiamente da scandalizzarsi.

E identiche domande e ragionamenti potrebbero essere condotte per molte e molte altre vicende del processo, a partire dalle imponenti  fughe di notizie e stralci delle intercettazioni, peraltro spesso distorte, e che non potevano non provenire che dagli uffici della Procura, alla decisione di trasmettere le intercettazioni alla FIGC dichiarando che l'inchiesta era conclusa, salvo proseguire poi l'inchiesta stessa per numerosi altri mesi, per giungere sino alla notizia di oggi che vede cadere l'accusa in base alla quale il vecchio Grifo e' stato letteralmente massacrato.
Ma, vedete, anche se tutte le perplessita', sospetti e veleni dovessero dissolversi, rimarrebbe comunque un'ombra sull'operato della magistratura.
Perche' - e' inutile e ingiusto far finta di nulla - occorre tenere conto del fatto che uno dei due PM che hanno condotto le indagini e chiesto l'autorizzazione per disporre le intercettazioni (in base ad accuse che si e' poi ritenuto di non poter coltivare) e il Giudice che ha concesso le suddette autorizzazioni sono stati due persone note per il loro tifo per la squadra rivale.
A fronte di tali considerazioni e atteso che il sottoscritto - che magari un po' ingenuamente ha vissuto e vive quasi con un senso di sacralita'  la giustizia e lo "ius dicere" - ha sempre aderito incondizionatamente al principio per cui a un magistrato non basta essere imparzale, ma deve anche sembrarlo,  sembra davvero grave e incompatibile con qualsiasi senso di opportunita' che dell'intera inchiesta sia stata condotta da magistrati la cui forte passione per la squadra antagonista era pubblica e notissima a tutti.
Ed ora, che sento la notizia che l'ipotesi di reato per la quale e' stata messa a ferro e fuoco una citta' e straziato i sentimenti di persone la cui unica colpa e' di amare alla follia le proprie radici, era un' ipotesi cosi' fallace che la stessa accusa ha deciso di non sostenerla piu',  sinceramente mi sento offeso e schernito due volte.
Cosi' e' la vita, essa stessa forse e' la vera ingiustizia, sara' anche perche' gia devo adattarmi ed accettare questa ingiustizia che cosi' mal sopporto le altre.

Genoa, 4 Febbraio 2006

CECCO ANGIOLIERI, causidico in Genoa

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