Dico la verita', la tentazione di stare zitto ce l'ho avuta, e
anche forte.
Non sono ingenuo, lo vedo che il mondo del calcio e' sempre piu'
corrotto. E sinceramente sono davvero disgustato dagli avvenimenti di questi
ultimi anni, che avrebbero fatto capire persino a cappuccetto rosso che il
calcio e' tutto, davvero tutto, tranne che uno sport. Pero', e
nonostante tutto, un'ingiustizia rimane tale,
indipendentemente dal soggetto di chi la commette e dal soggetto che la
subisce e, come ha fatto osservare un' autorevole voce, per commettere un'
ingiustizia non e' neppure necessario che la vittima sia innocente. Ma
in questo caso le principali vittime, noi Genoani, innocenti lo eravamo
davvero, e - ma per Dio, non nascondiamoci sempre dietro un dito - l'operato
dei P.M. che, indipendentemente da qualsiasi osservazione sulla sua
legittimita' e correttezza , ha gettato una citta' nel fango e ha esposto una
tifoseria che tradizionalmente considera la propria squadra simbolo e
portatrice di valori che vanno ben al di la' del semplice ambito calcistico,
ad un vero pubblico ludibrio, beh, l'operato di questi magistrati qualche
perplessita' la solleva. E vorrei porre a chi in materia e' certamente
ferrato piu' di me, qualche domanda e qualche osservazione, neppure troppo
tecnica, ed alla quale credo sara' facile rispondere:
1)
Quali erano gli
elementi, anche solo indiziari, in base ai quali i P.M. hanno ipotizzato
l'associazione a delinquere ? Perche' puo' essere anche fisiologico che un
PM chieda una qualche autorizzazione ad usare mezzi istruttori in forza di
una ipotesi accusatoria che poi, con un approfondimento dell'indagine, si
rivela infondata. Pero', ovviamente, al momento della richiesta del magistrato
inquirente ci devono in ogni caso essere concreti elementi che ti fanno
ragionevolmente ritenere probabile o verosimile una certa ipotesi
accusatoria. Pero' nessuno sa quali siano stati tali elementi.
2) In tale
situazione si puo' ritenere del tutto infondato e immotivato il sospetto
dell'avv. Biondi circa il fatto che l'ipotesi accusatoria della
associazione a delinquere fosse un "escamotage", o trucco che dir si voglia,
per ottenere l'autorizzazione alle intercettazioni, che, in caso di ipotesi
concernente il semplice reato di frode sportiva, non sarebbero potute essere
disposte ? Perche' se cosi' fosse - e ci sia consentito ossevare che
l'ipotesi magari sara' infondata, ma certamente e' verosimile - ci sarebbe
indubbiamente da scandalizzarsi.
E identiche domande e ragionamenti
potrebbero essere condotte per molte e molte altre vicende del processo, a
partire dalle imponenti fughe di notizie e stralci delle intercettazioni,
peraltro spesso distorte, e che non potevano non provenire che dagli
uffici della Procura, alla decisione di trasmettere le intercettazioni alla
FIGC dichiarando che l'inchiesta era conclusa, salvo proseguire poi
l'inchiesta stessa per numerosi altri mesi, per giungere sino alla notizia
di oggi che vede cadere l'accusa in base alla quale il vecchio Grifo e' stato
letteralmente massacrato. Ma, vedete, anche se tutte le perplessita',
sospetti e veleni dovessero dissolversi, rimarrebbe comunque un'ombra sull'operato della magistratura. Perche' - e' inutile e ingiusto far finta di nulla - occorre tenere conto
del fatto che uno dei due PM che hanno condotto le indagini e chiesto
l'autorizzazione per disporre le intercettazioni (in base ad accuse che si e'
poi ritenuto di non poter coltivare) e il Giudice che ha concesso le
suddette autorizzazioni sono stati due persone note per il loro tifo per la
squadra rivale. A fronte di tali considerazioni e
atteso che il sottoscritto - che magari un po' ingenuamente ha vissuto e
vive quasi con un senso di sacralita' la giustizia e lo "ius dicere" - ha
sempre aderito incondizionatamente al principio per cui a un magistrato non
basta essere imparzale, ma deve anche sembrarlo, sembra davvero grave e
incompatibile con qualsiasi senso di opportunita' che dell'intera inchiesta
sia stata condotta da magistrati la cui forte passione per la squadra
antagonista era pubblica e notissima a tutti. Ed ora, che sento la
notizia che l'ipotesi di reato per la quale e' stata messa a ferro e fuoco
una citta' e straziato i sentimenti di persone la cui unica colpa e' di amare
alla follia le proprie radici, era un' ipotesi cosi' fallace che la stessa
accusa ha deciso di non sostenerla piu', sinceramente mi sento offeso e
schernito due volte. Cosi' e' la vita, essa stessa forse e' la vera
ingiustizia, sara' anche perche' gia devo adattarmi ed accettare questa
ingiustizia che cosi' mal sopporto le altre.
Genoa,
4 Febbraio 2006
CECCO
ANGIOLIERI,
causidico in Genoa
|