"La mente è come un paracadute, funziona solo se è aperta" - Frank Zappa

 

Chiacchere di Rigore

 

Mentre forum, siti internet e televisioni sono invase da un orrendo blob di chiacchere sempre più insulse (come riempire altrimenti milardi di bytes disponibili, del resto, se non con rumore?), i Druidi vanno dritto al punto.

Questa volta diciamo la parola definitiva  sul tema del fallo di mano che causa il calcio di rigore.

Le regole del gioco del calcio sono chiarissime.

La regola quattordici prevede che il calcio di rigore venga assegnato "contro la squadra che commette, nella propria area di rigore e con il pallone in giuoco, uno dei dieci falli punibili con un calcio di punizione diretto"

La regola dodici prevede che è accordato un calcio di punizione diretto "alla squadra avversaria del calciatore che a giudizio dell'arbitro, commette per negligenza, imprudenza o vigoria sproporzionata uno dei sei falli seguenti:

(...) giuocare volontariamente il pallone con le mani"

Dalla lettura di queste parole risulta chiaramente che non determina il fallo (da rigore) il tocco del pallone involontario ma solo quello volontario. E ciò differenzia il fallo di mano dagli altri contrasti di gioco.

Resta da stabilire quando il tocco possa dirsi volontario, visto che per saperlo con certezza occorrerebbe una macchina che legga i pensieri dei giocatori.

L'unico metodo utilizzabile è quello oggettivo: analizzare il movimento.

E' volontario il gesto che, nel quadro dei movimenti che l'atleta sta compiendo, appare deliberatamente volto a incocciare il pallone (esempio, quello che si ha quando il braccio, fermo, viene diretto verso la palla, ovvero quando il braccio viene distolto dal movimento in corso per intercettare la palla).

Al massimo, può essere considerato volontario, poi, il tocco con la mano che avrebbe potuto essere ragionevolmente evitato con un movimento apposito volto a schivarlo, tenuto conto di tutte le circostanze del caso (velocità di palla e giocatore e simili). Ragionevolmente implica che se il giocatore per evitare l'impatto ha fatto tutto quanto era diligentemente possibile e l'alternativa era solo tagliarsi il braccio o disarticolarselo, non può essere né fallo né rigore.

L'azione non può che essere valutata a velocità normale, pena la snaturalizzazione del giudizio, con buona pace dei soloni della TV.

L'episodio di Criscito ieri contro il Napoli non poteva pertanto assolutamente configurare un fallo di gioco. Altre volte, specie a favore di grandi squadre, falli simili vengono sanzionati con il rigore (esempio Milan - Catania dello scorso campionato, ove la palla colpì il braccio di un giocatore catanese impegnato addirittura in tackle scivolato). Ma le regole non cambiano in forza degli errori, men che meno di quelli a favore delle grandi squadre.

Le ore e ore di moviole e i terabytes di lagne di opinionisti e perditempo assortiti sono aria fritta e brodo di cultura della incompetenza.

                

            
    

 

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Genoa, 5 ottobre 2008