La razza divina

 

Tra i tanti spunti di discussione odierni, scelgo quello delle dichiarazioni di Gasperini.

In buona sostanza, il mister ha detto che per ottenere dei risultati ci vuole pazienza, che il Genoa è una squadra neopromossa e che l'avvio al fulmicotone, per gioco e risultati, aveva forse illuso qualcuno che il campionato fosse già vinto.

Affermazioni di un buon senso quasi banale  e onestà lodevolissima a tutte le latitudini, ma non a Genova, dove sono risultate poco meno che scandalose. Se non si chiede la testa di Gasperini (che quattro settimane fa era un genio) poco ci manca. Eppure basta rovesciarle, per rendersi conto della assurdità.

Forse si ritiene che avrebbe dovuto dire che la "pazienza e la programmazione non servono", che "per una squadra neopromossa è doveroso stravincere tutte le partite giocando come gli Harlem Globetrotters" e "tranquilli, il campionato è già vinto" ?

Mi sfugge qualcosa.

O meglio, qualcosa mi è chiaro. E cioè che Genova sponda rossoblù è patria di un presumìn, eufemisticamente, non molto produttivo. Non a caso hanno avuto successo da queste parti le più diverse tipologie di allenatori della gradinata, incantatori di serpenti e mestatori nel torbido. Diciamolo: il genoano vuol sentirsi dire che è discendente di sangue purissimo di una razza invitta e divina, cui spettano di diritto il paradiso, lo scudetto, cinquanta vergini e un posto auto sotto casa. E se queste cose non arrivano, non è che ci hanno raccontato delle frottole (sovente scappando con la cassa), ma è colpa del solito complotto (dei Gesuiti, dei Maniman o degli Extraterrestri).

Ogni anno è quello decisivo che non si può sbagliare altrimenti è la fine. Sarà un caso se sono anni e anni e anni che che l'anno decisivo che non si può sbagliare diventa un tragicomico naufragio ? Non è che, più che del presidente-vattene di turno o della sfortunata congiunzione di Betelgeuse e Zoroastro, sarà proprio colpa dell'approccio mentale dei tifosi (come nel caso di certi maschietti amanti troppo ansiosi ... della prestazione ) In fondo è quello dicevano le nonne: per vincere un campionato ci vuole un lungo corteggiamento: se hai troppa fretta o prendi dei ceffoni, o la vittoria è... poco seria .

Mi viene in mente, tanti anni fa, un noto giornalista - genovese e genoanissimo sia nei pregi, sia nei difetti - che, in un sondaggio nazionale su quale fosse il più grande giocatore italiano, rispose - seriamente - "Gigi Marulla".

Magari un po' più di senso della realtà farebbe bene.

Magari no, ma viste le magrissime figure degli ultimi decenni, varrebbe la pena di provarci.

Ah, con la Juve si perde, ma non per un complotto della Spectre, ma perché è più forte.

 

 

Genoa, 29 novembre 2006

Principe Myskin

 

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