Scoop

 

Amici che possiedono la televisione mi dicono che oggi uno dei miei anchorman sportivi preferiti (si fa per dire preferiti e si fa per dire man), tentando di limitare i danni di alcune dichiarazioni di Zeman (qui il man possiamo lasciarlo al suo posto), avrebbe detto una cosa sul tipo "la prossima volta parliamo di calcio, promesso".

Mi punge vaghezza, prima che l'intrepido reporter dal coraggio leonino mantenga la sua promessa, di parlare un po' di giornalisti.

In effetti, tra tutti i personaggi dei fumetti, l'Eroe e l'Antieroe mi sono sempre piaciuti, e a volte - lo confesso - il Cattivo mi è piaciuto persino più che il Buono.

Chi invece non mi è mai andato molto a genio è il lacché del Cattivo, quello che, non avendo il coraggio di fare il male di per sé, tenta di brillare della luce riflessa di qualcun altro, scodinzolandogli a fianco e leccandogli la mano, anelando a una distratta carezza del Tiranno.

Ebbene, di questa categoria si è parlato pochissimo in relazione a Calciopoli.

A pensarci, la cosa non stupisce: non pochi, almeno a leggere le trascrizioni delle intercettazioni pubblicate, di professione facevano - guarda caso - i giornalisti.

E' solo uno spicchio di un problema più ampio, per carità, ma è comunque interessante: in Italia non ci sono, a quanto si dice, editori puri: cioè chi possiede giornali o televisioni ha anche qualche altro tipo di impresa (o comunque obbedisce a logiche estranee alla mera editoria, tipo il controllo politico).

Ne consegue che in Italia sono rari i giornalisti che debbono rispondere solo alle loro coscienze, che non appartengano o alla categoria dei bassotti fedeli o a quella dei moralisti miopi.

Ecco che si spiegano, per restare al calcio, certe imbarazzanti conversazioni telefoniche dell'era moggi (e, ci scommettiamo, di tutte le ere precedenti e successive).

Ecco che si spiega il complimento più frequente - non che arrivino molti complimenti, eh, a chi dice cose scomode - e nello stesso tempo più amaro che arriva alle colonne dei Druidi: "ma perché queste cose non si leggono sui giornali ?"

A questo punto, allora, continuiamo il gioco.

Immaginiamo di essere un reporter d'assalto e facciamo un volo di pura fantasia da giallisti dilettanti, una mera ipotesi di lavoro ma fondandoci su fatti tutti di pubblico dominio.

Supponiamo che in una piccola città del nord, una città dove c'è un lago, diciamo caro a Manzoni e George Clooney, si stia svolgendo un'indagine.

Immaginiamo che in questa indagine siano coinvolti due birichini di peso specifico molto diverso, uno grande e uno piccino.

Immaginiamo, dai, che questo succeda diciamo nella prima parte del 2005.

Immaginiamo che uno dei due, quello piccolo, abbia un po' messo nei guai, incautamente, quello grosso.

Immaginiamo che quello grosso sia un po' risentito.

Poi, facciamo un salto in avanti e immaginiamo la scoperta di una "valigetta" piena di cose compromettenti che quello piccolo ha incautamente lasciato in giro.

E ora facciamo un gioco di prestigio e un colpo di scena.

Qualcuno si ricorda un telegiornale nazionale che la settimana prima della scoperta della valigetta fece uno strano scoop, con un lungo servizio su una rissa sospetta alla fine di una partita del Genoa (in serie B, faceva veramente così notizia ?) ?

Qualcuno si ricorda chi conduceva quel telegiornale ?

E, per caso, se quel giornalista, o un responsabile della sua testata, era uno che concordava con ... Qualcuno cosa dire (nelle trasmissioni sportive, eh, riguardo ai telegiornali non ho letto intercettazioni, quindi queste sono solo illazioni maliziose) ?

Sono solo coincidenze, ma certo dovrebbero essere divertenti per dei tipi curiosi.

Peccato che in giro non ci siano tanti tipi curiosi.

 

 

 

 

 

Genoa, 29 ottobre 2006

Principe Myskin

 

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