Arbitrati e arbitrii
E va bene, va bene, finalmente giustizia è fatta. Nessuno può più confondere i villani (che hanno comprato una partita con l'ultima in classifica) con i baroni (che hanno aggiustato campionati, controllano giornali e pilotano la baracca). Doppiato ormai da mesi il capo della Decenza dalla giustizia sportiva, e, bisogna dirlo, lasciato molto indietro il confine della Capponaggine da parte dei tifosi rossoblu (persisi a litigare tra loro quando sarebbe stato certo molto più intelligente e produttivo, oltre che piacevole, fare fronte comune), resterebbe almeno un'ultima mossa. Un campionato di serie B con queste squadre e, soprattutto, con la classifica a geometria variabile a seconda dei vari indulti via via concessi alla Juventus non è per niente equo. E non è soprattutto equo che continui a cambiare la classifica per fatti estranei a ciò che succede in campo, mentre resta immutata la formula del campionato, costruita ad agosto su un assetto assai diverso. C'è ancora una cosa sensata da fare, allora: si aumenti il numero di promozioni dirette (portandole almeno a 3) e si facciano spareggiare la quarta di serie B con la quartultima di A, almeno. E non si dica che le regole non lo consentono, perché le regole non avrebbero consentito NULLA di quello che è successo negli ultimi mesi. Dipendesse solo da Genova dai Genoani sarebbe un'impresa difficile. Il fatto che la cosa potrebbe convenire a gente un po' più sveglia (gli amici napoletani, il Bari di Matarrese e il Bologna per esempio) e che la cosa potrebbe avere un buon significato commerciale (una serie A più ricca), lascia qualche speranza in più. A questo siamo ridotti, a che una mano venga da fuori e che l'equità sia presidiata dal Dio Auditel. Il sonno della Ragione genera Mostri.
Genoa, 27 ottobre 2006
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