Padre irlandese, madre scozzese, fin dalla notte dei tempi si sentì chiamato dalle divinità celtiche a una missione. Non seppe quale fino al giorno in cui rimase folgorato vedendo volare maestosamente un Grifone da una finestra di via Palestro: era il settembre del 1893, e dal quel momento la sua vita ebbe senso. Per seguire il rapace ovunque fece di tutto, ma con la misura e il distacco che solo un genoano può avere. Per campare, per diversi anni ha anche avuto la fortuna di tessere le lodi del Grifone su una pergamena piuttosto letta in città. Ora quella fortuna gli è stata (provvisoriamente?) tolta, ma quando il Genoa chiama, fugge agli altri riti nei quali è intento e corre a seguire gli araldi in maglia rossoblù, con pacatezza e druidica rassegnazione.

 

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