“NON MOLLARE MAI”

 

Non avrei mai voluto scrivere queste righe, ma purtroppo sapevo che prima o poi mi sarei trovato a farlo. Il nostro Capitano era malato, di una malattia terribile, peggiore di un cancro, perché quello ti ammazza più o meno velocemente, magari tra grandi sofferenze, ma insieme al corpo ti porta via presto anche la mente; la malattia di Signorini invece ti ruba il fisico, lasciando un sacco vuoto, ma l’anima rimane intatta, con la capacità di ragionare, di capire quello che ti sta succedendo. Un’atrocità spaventosa. Ho negli occhi come se l’avessi vista l’immagine che mi è stata raccontata da chi c’era, di una bimba di tre anni che si arrampica in braccio al suo papà e teneramente si avvolge le braccia al collo come una sciarpa. Ho negli occhi gli occhi di Gianluca la sera del 24 Maggio, la gioia che riusciva ad esprimere e la fatica che faceva per manifestarla. Ho nel cuore la gioia che ho condiviso con lui al goal di DelVecchio, e la rabbia per il goal di Carlos. Ho in gola un groppo troppo stretto, in questo momento, per riuscire a mettere insieme un pensiero lineare: le immagini e le sensazioni mi si affastellano davanti agli occhi, mi riesce difficile pensare a una morte così innaturale, così cattiva come solo il destino sa essere.

Una cosa però la devo dire, ed è un ennesimo grazie. Un grazie a Gianluca Signorini e alla sua fantastica famiglia, per aver sopportato questa cattiveria con uno spirito mostruoso, una tenacia e una grinta pari solo a quella che era solito mettere in campo. Questa volta però quello che ha fatto è stato ancora più grande: ha dimostrato che contro malattie così gravi si può e si deve lottare. Se ne è andato lasciando una grande speranza a chi resta, dimostrando che, pur sapendo che probabilmente si perderà la guerra, si possono comunque vincere tante battaglie. E questo insegnamento, per chi è malato, vale molto di più di quanto possa fare qualunque pur bravo medico.

Ciao Gianluca.

 Liaigh