Le confessioni impossibili

il Druido Confessore, con il pratico confessionale da passeggio

 

"Mi chiamo Christian, vengo da Cesena" 

Mi chiamo Christian, come Panucci. E c'è un perchè. Mio papà sognava per me una carriera da calciatore, e per questo mi ha iscritto alla scuola calcio della mia città, Cesena. Lì però il calcio è duro, lì i giocatori imparano fin da piccoli ad azzoppare gli avversari (meno male che non sono nero, se no erano dolori), e quindi mi trovai a mal partito fin dall'inizio, anche perchè proprio non ci davo in una casa; fondamentalmente mi facevano giocare solo se portavo la palla, e per me furono anni durissimi.

  Christian, ai tempi delle giovanili nell'Atletico Piadina, porta palla

 

Poi, un bel giorno, capii che c'era un altro modo, più rilassante, per entrare da protagonista su un campo da calcio, e decisi di iscrivermi al corso da arbitro: potevo calcare il terreno verde, non ero nemmeno costretto a portare la palla, e tutti avrebbero fatto quello che io volevo. Un delirio, proprio quello che ho sempre sognato di notte, quando ancora bagnavo il materasso. Una veloce carriera, poi la promozione alla serie B, al posto di Graziano (e che ora si diverta pure a criticarmi), ed eccomi qui, sul mitico terreno del Ferraris, a fischiare a più non posso dietro alle gloriose casacche rossoblu. Amici conosciuti a scuola, Paolo di Arezzo e Danilo di Bergamo, mi hanno detto che qui ci si diverte davvero, e la soddisfazione a far imbestialire il pubblico è molto maggiore che a Treviso, a Leffe o anche nella mia Cesena, dove allo stadio vanno quattro gatti. Insomma, erezioni garantite.

Per il dopopartita, è importante la compagnia di amici

Del resto ho già dimostrato altre volte di saperci fare.........no, non occorre fare solo lo smaccato, negando rigori o annullando goal: ci sono metodi molto più divertenti. Per esempio io so che per condurre in porto una partita come voglio io il metodo migliore è quello di fischiare fischiare e ancora fischiare, magari a senso unico, magari cercando di innervosire la squadra che mi sta sulle palle  e che mi accorgo che già è un po' sulle ginocchia (in fondo questi qui cosa vogliono ? Pensano di intimorirmi con i loro cori ? Mia moglie è una santa donna e mentre io arbitro si fa sempre la maglia sul divano del salotto.........almeno così mi dice, e io le credo perchè mi ama). Così non li faccio proprio giocare e non mi tocca nemmeno dannarmi l'anima a correre qua e là che stasera proprio non ce la faccio e mi tocca arbitrare dal cerchio di centrocampo, almeno mi dessero una sedia comoda, con questo freddo. Del resto io sono fatto così, mi piace dominare le platee, mi sento forte, virile; sento di dominare il mondo, quando ho il fischietto in bocca; sento le vibrazioni che mi giungono dalle vetrate laterali  del campo, scosse dai fischi, come scariche di adrenalina. Proprio come quando litigo col mio vicino di casa, Giovanni La Maglia, che mi sposta sempre gli arbitrini di ceramica dal vialetto del giardino......povero La Maglia, chissa come ci rimane male quando comincio a fischiargli dietro le spalle.......chissà cosa starà facendo in questo momento, mentre io sventolo cartellini gialli in questa gelida tramontana

il sig.La Maglia indossa una creazione in maglia Jaquard della Linea "Fuorigioco sul Divano".