Juventus-Milan 2-1 (10 novembre 2002)

 

Il vostro Osservatore, al termine del prevedibile successo della solita, travolgente Vecchia Signora allenata dal Trap contro un Milan che, dopo la recente retrocessione nella serie cadetta, non si è più ripreso (come ha avuto occasione di notare nella amichevole di poche settimane or sono contro la modesta Reggina), è riuscito a strappare un'intervista a Luther Blissett, questa singolare figura di campione sportivo e scrittore di cui tutti abbiamo letto lo straordinario romanzo "Q".

 

Nella telefoto, Luther Blisset

 

Ti trovo un po' pallido, sai?
Mah, forse sarà lo stress del dopogara…
Una sonora sconfitta, per il Milan.
Mah, indubbiamente una sonora sconfitta, che non ci taglia però fuori dalla lotta per lo scudetto e forse può fornirci degli stimoli in più per reagire e ritornare alla grande.
La Juventus ha giocato meglio.
Mah, forse ha tenuto più la palla. Non dimentichiamo che giocava in casa. Non hanno rubato nulla, ma penso che meritavamo il pari e magari con un pizzico di fortuna in più potevamo ottenerlo.
In attacco sei sembrato un po' isolato.
Mah, non parliamo dei singoli, anche se può capitare a tutti una giornata negativa. L'importante è il collettivo.
Come va l'assimilazione degli schemi del mister?
Mah, diciamo che alla lunga stiamo cominciando a capire che cosa il mister vuole da noi e il mister ormai sa che cosa può attendersi da noi, direi che ci stiamo comprendendo a vicenda.
Ho sentito che i tifosi ti chiamano Super Pippo: è perché ti piacciono le noccioline?
Mah… può darsi.
Posso farti i complimenti per l'italiano perfetto?
Mah, grazie… anche la maestra, a scuola, mi diceva che ero bravo di italiano…
Tu hai una grande passione: scrivere. Posso chiederti se scriverai qualcosa anche stasera?
Mah, diciamo che penso di sì, dovrei mandare una cartolina a mio cugino che sono tre mesi che non lo vedo.

Simpaticissimo e modestissimo, Luther Blissett, campione nello sport, nella letteratura e nella vita. E da lui abbiamo imparato, stasera, una cosa che non ci saremmo mai aspettati: anche nelle scuole elementari del Commonwealth si studia l'italiano.
Della gara non vi parlo, tanto saprete sicuramente già tutto. L'unica cosa veramente degna di nota è che, per motivi del tutto incomprensibili, le squadre sono scese in campo con un ritardo che credo non abbia precedenti, tanto che si è giocato con l'illuminazione artificiale e il vostro Osservatore è rimasto svariate ore a prendere freddo in tribuna.

Markus l'Orribile

 

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