Lezione di calcio
Dopo tre derby vinti di fila, e gli ultimi due a mani tanto basse che la sequenza rimarrà negli annali per anni, sembrava inevitabile a tutti che questo si dovesse perdere. Soprattutto sembrava inevitabile ai tifosi, forse appagati dalle ultime abbondanti libagioni stracittadine, nei discorsi della settimana; sicuramente sembrava inevitabile ai media, dai giornali, locali e non, ai vergognosi commentatori di Sky, che avevano già pronti i titoli per quella che ritenevano un'inevitabile sconfitta. Fortunatamente non era così per i ragazzi in campo, che non si sono mai nascosti dietro alle assenze ed agli acciacchi, che hanno fatto la loro gara, costringendo gli avversari a ricorrere dopo il vantaggio alla tattica sparagnina del pallone nel bisagno ed al tuffo sistematico con il solito Tagliavento ad abboccare come un luasso (a cui tra l'altro assomiglia parecchio, fateci caso), facendo scoppiare le emorroidi alla gradinata avversaria ammutolita per gran parte della gara: in questo senso va interpretato il titolo, perchè se negli ultimi due gli abbiamo insegnato
come si vince un derby
anche oggi gli abbiamo insegnato
come si perde un derby
sputando l'anima, spingendo fino alla fine alla ricerca del giusto pareggio, con coraggio e abnegazione.
Per la classifica però purtroppo conta che, pur a testa altissima, l'abbiamo perso, e con questo probabilmente gli ultimi sogni di gloria europea; e siccome nel calcio vince chi fa più goal degli avversari, onore alla Sampdoria: loro il goal l'hanno fatto - fotocopia di quello preso col Livorno, e forse con Dainelli in campo non si sarebbero presi entrambi - e poi l'hanno difeso come meglio sanno fare, si sono chiusi dietro a riccio, hanno rinunciato a passare la metacampo e in quelle condizioni era difficile fare di più, anche perchè Storari, che pur col barbiere non sembra avere troppa confidenza, aveva evidentemente spalmato i pali di Proraso.
Ora ci aspetta un finale di campionato tranquillo, probabilmente senza grosse ambizioni se non quella di restare a sinistra in classifica. Non è poco, perchè tra infortuni e partite stregate, come e sicuramente più di questa, in quella che si può a buon diritto configurare come un'annata storta, ci vuole poco a dover giocare con grande affanno: la Lazio e l'Udinese dimostrano che, se non hai una base solida, quando l'annata gira male soffri fino alla fine, e noi la base solida abbiamo dimostrato di averla. Da quella dobbiamo ripartire per queste ultime giornate, in cui vorremmo vedere quanto valgono i nostri giovani - soprattutto Acquafresca - e magari toglierci qualche soddisfazione come una vittoria in trasferta ed una col Milan. Di più non chiedo, di derby riparleremo l'anno prossimo, e a perderne uno ogni quattro, e in questa maniera, per i prossimi dieci anni ci metto la firma.
Genoa, 12 Aprile 2010
Liaigh