Ce l'avevamo duro

Minchia dura non vuol pensieri. Con questo ben noto aforisma siculo, e con le scuse per i minori per questo pezzo, si può riassumere quest'ultimo miniciclo di partite, che avrebbero dovuto proiettarci in alto e che invece ci consentono appena di passare un Natale più sereno e comunque ricco di speranze. Non ho nessuna intenzione di allinearmi al coro dei critici del tecnico dissertando di moduli o di schemi: non è il mio lavoro. Mi limito però ad osservare, da tifoso - che quello è il mio lavoro - come il gioco di Gasperini abbia bisogno di testa libera ed entusiasmo, di quella sfrontatezza e spregiudicatezza che, al momento, sia la squadra che l'allenatore hanno smarrito. Non è un caso che, finchè la testa dei ragazzi era sgombra, il gioco era comunque scintillante, pur se a volte perdente. Nel momento in cui hanno cominciato ad affiorare ansie di classifica - come nel finale di campionato dell'anno scorso - ripicche intestine, pensieri di mercato, lo smalto è andato a farsi fottere, ed è emerso il lato brutto della medaglia, quello mediocre. Il livello tecnico della squadra sarebbe comunque abbastanza alto da vincere quelle partite necessarie per salvarsi, come si è dimostrato oggi: basta però che non venga a mancare anche quella volontà di vittoria che è mancata col Siena (dove sembrava evidente addirittura una volontà opposta) e nel primo tempo con l'Empoli. Però questo alla lunga non basta, ed occorre al più presto ritrovare anche il gioco, oltre ai tre punti. Perchè ciò avvenga è indispensabile che ai ragazzi passino le paure, e che l'allenatore sappia spingerli ad osare di più - ed osare lui stesso -  come ad inizio campionato, senza assegnare compiti difensivi a tutti lasciando il povero Borriello da solo a battersi contro i mulini a vento; se poi magari potesse fare la formazione in base alle reali esigenze del momento e non solo scegliendo tra coloro che non si permettono di contestarlo sarebbe cosa buona e giusta. Un solo esempio polemico, che serva da monito per il futuro: se col Palermo De Rosa anzichè in tribuna per motivi "disciplinari" fosse stato in panca ora avremmo sicuramente due punti in più in classifica.

La speranza è che il Natale porti davvero serenità in casa rossoblù, che si possa ripartire a Gennaio con tutti i titolari "disponibili" e pienamente motivati, e con un allenatore che - anno nuovo vita nuova - sappia coniugare all'indiscutibile intelligenza tattica anche un po' di intelligenza e umiltà nella gestione delle persone. Si cresce (e si cade) tutti insieme, qui la champions league non l'ha (ancora) vinta nessuno, anche se ci piacerebbe tanto.

 

Genoa, 22 Dicembre 2007

Liaigh