Caro Enrico

hai fatto tanto per noi qua a Genova: ci hai permesso di non scomparire, ci hai fatto disputare settanta partite da capolista, ci hai anche consentito di vedere dal vivo giocatori di ottimo livello che non vedevamo da tempo. In questo senso hai dimostrato una potenzialità enorme, nel panorama di un calcio in cui circolano pochi soldi e troppe cambiali, anche attraverso l'idea della Fondazione, che sarà, ne sono convinto, una solida garanzia per il futuro.

Cominciano a palesarsi anche alcune crepe su quel muro di omertà che ha consentito fino ad ora di coprire le enormi porcate che la città di Genova, nelle sue istituzioni, ha fatto a te e a se stessa, storia infinita dai tempi dell'ometto che se lo taglia per far dispetto alla moglie, non a caso aneddoto di origine ligure.

Tutto ciò mi consente di guardare comunque con fiducia al futuro, perchè hai dimostrato con i fatti di poter fare molto, pur avendo concluso pochissimo.

Non posso infatti non rimarcare come nelle sei partite che contavano non siamo più stati capolista, e in questo le cimici e i politici possono entrarci proprio poco, se non per approfittarne. In questo la responsabilità è tua e solo tua. E' assolutamente inutile buttare denaro in ingaggi e cartellini se poi non sei in grado di mettere a disposizione della squadra una società all'altezza. E' vero che nello sport si può vincere (in pochi) e si può perdere (in tanti), ma a noi, e a te, piacerebbe cominciare a vincere davvero qualcosa, io credo.

Quando arrivasti a Genova dicesti che c'era troppa gente, e che a Como eravate in tre: tu, il direttore sportivo e il segretario. Non sono tre ruoli marginali, ma fondamentali: non a caso anche quest'anno il direttore sportivo ha perso lo spogliatoio, il segretario ha causato il casino Ghomsi e ha fatto fallire lo scambio Lopez Zampagna. Oltre a ciò da due anni stiamo assistendo a una corte dei miracoli che gira intorno al Pio: figli chiacchierati, ex direttori sportivi che continuano a millantare responsabilità interne, tu stesso che partecipi a riunioni carbonare nelle quali ti fai circuire da ultrà con registratori, procuratori e tifosi che entrano ed escono a loro piacimento dai cancelli di Pegli. Tutto questo deve finire, e tu devi deciderti: o fai il Presidente mecenate, ti siedi alla tua scrivania di fianco a Pinocchio e deleghi a DUE persone la gestione della società senza interferire pur costantemente relazionato e partecipe di *ogni* decisione, per poi divertirti alla domenica, oppure salti il fosso, fai il Presidente manager e prendi in mano in prima persona le redini della società. Io penso che però, vista anche la squalifica che pende sul tuo collo, la prima proposta sia quella da preferire, e in tal senso vorrei immodestamente suggerirti cosa fare.

Innanzitutto ci sono da giocare i play off: so che l'istinto porta a compensare l'ingiustizia di Ravenna con il riscorso per Sambenedetto, ma.....lascia perdere. Giochiamoci questi play off e cerchiamo di giocarli da primi che è fondamentale (a proposito........ieri sera si è offerto come DS in diretta Tv una persona che non è stato nemmeno in grado di capire il regolamento di un campionato che vige immutato da anni......capisco che con un po' di almanacco panini sia poi preparatissimo sul ruolo di Angeletti nella Sambenedettese, ma è il classico esempio di personaggio da Genoa di questi anni, chiacchiere e, quando ci riescono, distintivo: lasciali perdere tutti). Nei prossimi 45 giorni - ormai il DS è delegittimato - non ti muovere da Genova, presenzia agli allenamenti, fatti vedere e sentire. Vedrai che andrà tutto bene e ripartiremo dalla serie B.

Poi la rifondazione: via tutti, azzera i vertici. Ti servono un buon segretario, che conosca la materia sempre più complessa dei regolamenti e dei codicilli e che sia molto attento al suo lavoro, quindi va benissimo un giovane, purchè sia una testa d'uovo; un nuovo responsabile del settore medico, che consenta tempi di recupero meno imbarazzanti rispetto a quelli a cui siamo ormai abituati: non ti serve un luminare, ma solo una persona di buon senso che sappia gestire la routine e sappia delegare al momento opportuno a chi ne sa più di lui, magari anche solo nel distinguere un'appendicite da una calcolosi renale; un responsabile del settore giovanile, che diventerà fondamentale quando, come pare, le rose dovranno essere ristrette a 20 elementi; un Amministratore delegato, che sappia gestire in tua assenza la parte economica e che sappia essere trasparente, si deve vedere solo la penna che impugna quando firma; e poi un Direttore Sportivo con le palle, al quale affidarti in tutto ciò che riguarda la gestione per l'appunto "sportiva" della società. Questo è il vero ruolo fondamentale: deve mettere la camera da letto nello spogliatoio, deve vivere a contatto con i giocatori, annusare la puzza prima ancora che si sprigioni, gestire la stampa (a Genova operazione delicatissima) e scegliere allenatore e giocatori al tuo fianco. Mica poco, dirai, ma questo è quello che un buon DS deve fare. Però poi bisogna lasciarglelo fare, caro Enrico, non saltarlo a piè pari, perchè questo porta solo caos. Vuoi un nome ? Pronti. A Genova, in scadenza di contratto, c'è Marotta, persona seria e competente. Ha fatto le nozze con i fichi secchi per tre anni, tu pensa cosa potrebbe fare con i tuoi mezzi economici a disposizione. So che la gente mormorerà per la provenienza, ma una barcata di soldi a lui (una parte di quelli spesi per avvocati in questi anni) e la prospettiva di una Sampdoria in caduta libera e di un dispetto a Garrone, probabilmente non alieno rispetto alle porcate di cui si parlava prima, penso possa attrarre tutti dalla stessa parte. Pensaci, e poi, che sia serie C o serie B, siediti sulla tua poltroncina e goditi lo spettacolo, che ad applaudirti in campo ci pensiamo noi.

Cordialmente tuo

Genoa, 25 Aprile 2006

Liaigh