Bilanci e....sbilanciamenti

 La stagione che è terminata è stata sicuramente meno brillante delle ultime, ed anche il finale, che negli ultimi due anni si è tollerato bene, quest'anno è stato un po' più pesante; resta il fatto che, pur fallendo l'obiettivo 8° posto, si è sempre rimasti nella parte sinistra della classifica, che era la promessa minima di Preziosi ad inizio campionato. Però si può fare meglio, e non sto parlando di calciomercato, che pure quest'anno ha visto, col senno di poi e con qualche errore di gestione dei singoli, alcuni errori fatali; il grave problema di quest'anno, che ha vanificato la disponibilità di una rosa comunque ampia e variegata, è stato senza alcun dubbio l'ecatombe di muscoli ed articolazioni che hanno colpito i nostri in maniera indiscriminata. Cerchiamo di capire cosa è successo e come porvi rimedio, al di là della sfiga che sicuramente ha giocato un ruolo determinante.

Innanzitutto il terreno di allenamento: un campo disastrato come quello del Signorini ha costretto la truppa ad allenarsi troppo frequentemente sul campetto in sintetico, con conseguente sollecitazione anomala delle strutture articolari. Da qui probabilmente l'eccesso di infortuni di tipo tendineo. So che la società ha da subito posto rimedio al problema con il rifacimento del manto erboso, e so che sta valutando di investire in una struttura nuova di zecca idonea al Genoa del futuro, e ciò mi basta.

Il problema principale è stato però quello degli infortuni, e delle ricadute, di tipo muscolare. Qui bisogna fare qualche premessa: esistono diversi tipi di preparazione atletica, ma fondamentalmente la divisione è tra due tipi di lavori muscolare, l'isotonico e l'isometrico. I preparatori atletici rossoblu prediligono il primo tipo, che consiste nel pompare come ossessi con bilanceri e carichi guidati con decine e decine di chili: il vantaggio di questa preparazione, per inciso identica a quella dell'anno scorso, è che il tono muscolare resta elevato per tutta la stagione, ed è la preparazione indispensabile al gioco del Gasp, che prevede, come il vecchio Oronzo Canà, 5 difensori, 5 centrocampisti e 5 attaccanti; il difetto principale è la maggior esposizione ad infortuni muscolari, nota quindi e preventivata fin dall'inizio; la Sampdoria invece è l'esempio classico della preparazione di tipo isometrico, che consiste in stimolazioni muscolari meno classiche, con l'uso massiccio di pedane vibranti, elettrostimolazione e lavoro per l'appunto isometrico (nel paragone classico è la forza che si applica nel cercare di spingere un muro, ovverossia la contrazione muscolare senza spostamento, se non è un cartongesso): vantaggi nella minor sollecitazione traumatica muscolare, svantaggi nell'andamento della risposta muscolare molto meno regolare, con cali e riprese durante il campionato. Ho poi scoperto che esiste ancora un altro tipo di allenamento, che la palestra proprio non la prevede: come si faceva dieci anni orsono, il buon Mourinho fa lavorare i ragazzi solo sul campo; corse scatti, pallone e torelli, e di aste e bilancieri nemneno l'ombra. All'inizio questa metodica veniva criticata  dai guru della preparazione moderna, ma credo che i risultati affossino un po' queste critiche, e magari per gli anni a venire troveremo altri emuli dello special one. Ma restiamo a noi: preparazione muscolare = maggior rischio di infortunio muscolare, e fin qui è un effetto collaterale calcolato. Il problema però quest'anno, a mio parere, non è stato nella preparazione, ma nella riabilitazione postinfortunio. A quanto mi risulta, senza scendere in giudizi sulla validità del centro Riattiva (in cui peraltro mi risulta operino terapisti molto giovani e quindi non necessariamente esperti, e che comunque non ha fatto segnare tempi di recupero da record), nel percorso riabilitativo manca una figura indispensabile, ovvero il trait d'union tra il riabilitatore ed il preparatore atletico, cioè quella persona, che deve essere di grande esperienza, che prenda in consegna l'atleta riabilitato e lo valuti attentamente, occhi negli occhi, prima di lasciarlo nelle mani del preparatore e sul sedile delle presse da 120 kg. A quanto mi risulta una figura professionale di questo genere, normale ad esempio nel footbal americano, in Italia è presente comunque in molte squadre, sicuramente al Milan ed alla Juventus. Integrare quindi lo staff con un professionista di tal fatta non sarebbe quindi niente male come idea.

Non posso poi non constatare come il peggioramento deciso delle performance di guarigione sia conciso col cambio di responsabile sanitario avvenuto durante l'ultima estate, e quindi come anche l'attività di diagnostica immediata abbia avuto una parte di rilievo nelle magagne di quest'anno.

In buona sostanza, riassumendo, il grosso problema dell'annata appena terminata è stata un mix di sfiga e carenze strutturali (campo) ed assistenziali (riabilitazione); per la prima si può solo andare alla guardia, ma per le altre due.........qualcosa si può fare, valutando attentamente le persone e le strutture a cui affidare i preziosi garretti nostrani.

  

Genoa, 25 Maggio 2010

Liaigh