Troppo brutti per essere veri

Se a Settembre avessi sognato un campionato meraviglioso per il Grifo probabilmente non sarei arrivato nemmeno ad immaginare il campionato stratosferico che stiamo facendo. Se penso a quanto fatto fin qui posso persino pensare con rammarico a qualche gara andata storta, che avrebbe potuto consegnarci una classifica ancora più sontuosa di quanto già non sia. Non la gara di oggi, però, persa senza alcuna attenuante. Errori così marchiani non li vedevo da anni, sicuramente mai con Gasperini al timone; forse solo Genoa-Siena dell'anno scorso, tra le gare vere (che quelle di fine campionato scorso non lo erano di sicuro), ha sfiorato i vertici negativi raggiunti oggi. Gambe tremanti, testa confusa, scene di vero e proprio panico in difesa, appoggi elementari sbagliati a centrocampo, attacco non pervenuto: dopo i primi dieci minuti, durante i quali tutti abbiamo pensato ad una goleada, il Genoa per gli altri ottanta semplicemente è scomparso dal campo, rimpiazzato da undici pscicopatici scappati di casa. Troppo severo ? No, se consideriamo che il giudizio viene dopo una stagione da lustrarsi gli occhi e non su una squadra allo sbando in zona retrocessione come poteva sembrare quella di oggi. Troppo brutti quindi, ma perchè ? Dobbiamo preoccuparci ? Le chiavi di lettura sono due, visto che ritengo inverosimile il calo fisico, a meno che non avessero Valium al posto del potassio nelle bottigliette. La meno preoccupante è forse la più semplice: gara sottovalutata anche dai giocatori oltrechè dai tifosi. Da una settimana mezzi discorsi su una Lazio rinunciataria e con la testa all'olimpico di Torino, che non voleva fare favori ai cugini, con la tentazione di tirare indietro il piedino: chi non li ha sentiti ? Forse anche i ragazzi. E' sicuramente un grave errore, ma ci può stare, e quando sei deconcentrato dall'inizio poi è facile perdere proprio la testa, soprattutto perchè la Lazio è venuta qua a fare le prove generali di Torino, ostruzionismo compreso, senza mollare un metro di terreno, e la solita direzione di gara spezzettata di Saccani (ma quanta sfiga porta ?) ha fatto il resto impedendo di far salire il ritmo della gara, per noi fondamentale. La seconda, anche questa nella sfera della psichiatria, è invece più preoccupante: la sindrome del braccino, che colpisce il tennista in vantaggio nel set decisivo. La paura di vincere, insomma. Questa mi preoccuperebbe di più, in prospettiva finale di campionato. Le due prossime gare saranno però partite vere, in cui i cali di concentrazione sono assolutamente impossibili, e la lezione di oggi, se Gasperini (ma forse di più Biava e Ferrari, la cui analisi del dopogara mi è piaciuta più di quella del mister) saprà fare psicoterapia di gruppo, potrà essere salutare. Ovviamente conterà molto anche il recupero di Milito, senza il quale fin qua si erano comunque fatti miracoli, ma la cui presenza resta fondamentale per il rush finale. Coraggio, manca poco, poi sapremo.

 

Genoa, 18 Aprile 2009

Liaigh