Le lacrime di Diego
Il calcio č business, ma puņ anche essere una fucina di grandi e buoni sentimenti. La domenica dopo il vergognoso addio ad un grande del calcio italiano da parte del suo pubblico, abbiamo assistito a Marassi all'addio di un grande pubblico ad un grande giocatore, che probabilmente mai avrebbe pensato di ricevere tanto amore anche dopo aver "tradito" la maglia. Diego Alberto El Principe era visibilmente commosso, ed il popolo rossoblu ha dimostrato nell'occasione una maturitą straordinaria, che lo rende forse pronto a raggiungere livelli ancora pił alti di quelli di oggi, in assoluta comunione d'intenti con una societą finalmente all'altezza. E chissą che un giorno, magari nemmeno troppo lontano, si possa fare una festa ancora pił grande di questa, magari con una stella sul petto, e alla quale possa partecipare il Principe come oggi hanno partecipato Torrente e Skuhravy. Chissą, forse nel calcio tutto č legato ad un refolo di vento, magari ad un maledetto secondo del cronometro che ti ha impedito di andare ancora pił su, ma se davvero il nostro Presidente saprą continuare questa irresistibile ascesa, forse la stella non sarą pił solo una chimera.
Quest'Europa raggiunta ce la meritiamo tutti, certamente non solo chi ha percorso le strade da Trieste a Crotone: se la meritano innanzitutto i 18000 abbonati alla serie C, se la meritano i 30000 di oggi, se la meritano le splendide coreografie di ieri e del derby e anche la coreografia umana dei 50000 in piazza. Sicuramente se la meritano quelli che da New York alla Nuova Caledonia magari si alzavano alle 3 di notte per cercare di vedere il Grifo attaccati ad un satellite o a una fibra ottica, soffrendo come bestie; sicuramente anche tutti quelli che magari hanno visto gli scudetti dal vivo ma di andare allo stadio ora non se la sentono pił, o semplicemente non ci riescono per mille motivi ma si spremono le coronarie attaccati ad una radiolina. Certamente se la meritano tutti quelli che hanno dato fiducia a questo Presidente e gli hanno dato la forza di andare avanti, e anche loro non hanno mai mollato. Se poi nel percorso da Trieste a Crotone si č anche passati da Novara, beh, signori miei, forse coloro che allora invitavano Preziosi ad andarsene se la meritano davvero un po' meno degli altri.
Genoa, 30 Maggio 2009
Liaigh