Quei fischi dell'Olimpico

Sono arrabbiato. La gara, per settanta minuti, l'ha fatta il Genoa, e l'ha fatta esprimendo un calcio meraviglioso, fatto di fraseggi e scambi in velocità, di corse e scatti, di grinta e tecnica, uno spot per il bel calcio. La Roma, dopo la sfuriata iniziale, forse paga dei due goal, frutto di netta superiorità il primo ma tanto bello quanto casuale il secondo, ha pensato di poter agevolmente controllare la gara. Così non è stato fino al pareggio, e in quel momento qualunque osservatore esterno avrebbe scommesso sul sorpasso. A quel punto qualcosa è cambiato: sicuramente la reazione di una grande squadra, ma altrettanto evidentemente il sig. Banti, che fino ad allora aveva arbitrato meravigliosamente, senza abusare di cartellini gialli e fischiando il giusto, ha deciso che serviva qualcosa di più e di diverso, e la Roma si è trovata col campo....in discesa. Non parlo del rigore - netto - ma della miriade di decisioni contrarie, col sistematico fallo fischiato in attacco e con l'altrettanto sistematico fallo fischiato al Genoa a centrocampo. Grossolano l'episodio che ha dato la stura all'azione del rigore, con un fallo contro Fabiano a centrocampo, inesistente, fischiato a "gentile" richiesta dei romanisti col buon peso del giallo. Amen, è andata così, fa parte del gioco anche questo, però 30 fischi contro e solo 9 a favore (10 a 2 nel primo tempo), a parità di possesso di palla, sono la solita incongruenza.

Fortunatamente altri numerosissimi fischi hanno invece piacevolmente lenito questa di per se cocente sconfitta: quando uno stadio intero ti fischia continuamente mentre hai il pallone tra i piedi, negli ultimi 20 minuti, vuol dire che gli hai fatto paura. Tanta paura. E questo, all'olimpico, vale come una vittoria.

 

Genoa, 5 Aprile 2008

Liaigh