Troppi cartellini

So di averlo già detto alla noia, ma lasciatemelo ribadire ora che in tanti stanno venendo nel mio carrugio: in Italia si ammonisce troppo. E lo dico oggi che ne abbiamo usufruito a mani basse, come troppe altre volte a parti invertite. Era peraltro inevitabile che succedesse, quando dopo 30 minuti di una gara normale, anche un po' noiosa, gli ammoniti erano già quattro. E' toccato a Cossu, due falli due gialli; era toccato a Biava con la Fiorentina; anni orsono, proprio a Cagliari facemmo anche meglio: quattro gialli e due espulsi. E' proprio il metro di misura che non va bene: il calcio è un gioco di contatto, esistono i falli normali, che sono la maggioranza, ed esistono i falli gravi o reiterati, che richiedono l'ammonizione; poi esistono i falli gravissimi che richiedono l'espulsione diretta. Qui ormai è la norma che in una gara ci siano 6-7 ammoniti, e sono troppi: si falsano le gare e soprattutto, con la pioggia di squalifiche, si possono falsare anche interi campionati. Oltre a tutto è stato dimostrato come l'ammonizione sistematica fosse una delle armi di chi rubava - Moggi insegna - per cui non capisco come le disposizioni dei vertici arbitrali, che avrebbero dovuto dare segnali di redenzione, debbano essere così dirette ad inasprire una tendenza che suscita sospetti, che toglie spettacolo e che soprattutto ingenera continue e ripetute proteste da parte di tutti, ormai ad ogni fallo, come quella di Juric in precedenza assurdamente ammonito al primo fallo. Una spirale di errori nella quale si sta avvitando il calcio italiano, nel quale si gioca sempre di meno e si fischia e si parla sempre di più, soprattutto sempre troppo. Non è un caso che quando un arbitro lascia giocare a calcio, fischiando poco, si dice in tv quasi con riprovazione che arbitra all'inglese: visti i risultati in europa, credo che questo modo di arbitrare non dovrebbe essere considerato troppo negativamente.

 

Genoa, 15 Marzo 2009

Liaigh