Wall Street Journal, mica pizza e fichi

 

Chi non ha mai fatto cattivi pensieri sul Presidente scagli la prima pietra !

Chi di noi, almeno per un attimo, solo un pensiero fuggente, non ha mai dato un piccolo, piccolissimo credito alle peggiori verità che si nasconderebbero dietro la figura di Enrico Preziosi ? 

Nessuno… siamo tutti colpevoli.

Ci è stato detto alla nausea che la giochi Preziosi dovrebbe essere da anni sull’orlo di un  imminente fallimento; oppure che il Sig. Preziosi altro non è che un prestanome della mafia campana o ancora che compra e rivende tanti giocatori solo per fare girare capitali  che non possiede. Oltre a quant’altro di peggio si possa pensare  al fine giustificare il fatto che, l’imprenditore di una azienda di successo abbia scelto di diventare il presidente del Genoa.

Orbene, in relazione agli ottimi commenti emessi dalla stampa internazionale, mi si potrebbe di certo dire che una rondine non fa primavera e quindi un articolo, sebbene provenga dallo stimato Wall Street Journal, possa anche essere fumo fritto o magari commissionato ad hoc per mettere in rilievo solo taluni aspetti di questa realtà imprenditoriale a noi cosi vicina.

Mi è parso quindi interessante, anche per deformazione professionale,  mettere il naso sui conti del gruppo, cosi per gioco con lo spirito di farmi un’idea come se stessi valutando la cartoleria sottocasa.

Cosi oltre ad accorgermi che quando inciampo in casa su un Bakugam , leggo una favola di Geronimo Stilton ai bambini o mi sveglio di soprassalto a causa dell’urlo di un Gormito c’è sempre di mezzo  il Presidente, procedo ad entrare nel cuore dell’azienda, andando a scoprire quello che gli amministratori vogliono dire ai soci. Come prima cosa strabuzzo gli occhi quando apprendo che la nostra “impresetta” fattura circa 860 milioni di Euro di cui almeno il 76% sul mercato nazionale.

Questo dato mi stordisce, non tanto per gli 860 milioni, ma perché mi viene da immaginare cosa potrebbe diventare l’azienda nel momento in cui riuscisse a penetrare, come riporta il Wall Street Journal, anche il mercato usa e quello cinese. Se tanto mi da tanto, 600 milioni mal contati solo nella povera Italia, paese di vecchi  a crescita zero quanto mi danno sui mercati anzi detti   ?

Mentre fantastico di un Genoa stellare in finale di Coppa Intercontinentale e cerco di capire come superare la paura dell’aereo per raggiungere Tokio, il richiamo professionale mi riporta sulla terra e memore di quell’imprenditore che misurava la crescita della sua azienda con la crescita del fatturato, ma non aveva capito che ogni euro dello stesso gli generava una perdita di 30 centesimi, vado in cerca della redditività. ..Eh caro Enrico, non mi freghi, va bene vendere ma vediamo un po’ quanto ti rimane. .. Allora vado avanti  timoroso di scoprire finalmente che i cugini avevano ragione, che è tutto un bluff e la ditta in questione macina fatturato ma nasconde il classico scheletro nell’armadio.

Bè, anche qui comincio a pensare che quei cari marinaretti non ne sappiano granchè, perché in fondo un margine lordo dell’11-12 % non si butta mai via e che sarebbe interessante conoscere anche la remunerazione degli amministratori che è spesata nel margine lordo e sicuramente permette al caro Enrico di godere di una vita “piuttosto agiata”.    

Certo non posso mancare di notare che “paghiamo” oltre 15 milioni di oneri alla banca, ma Intesasanpaolo è nostra socia al 15% e questo è un segnale di forza non da poco, vorrai dargli un po’ di spiccioli…   

Senza poterlo evitare il pensiero torna al primo amore e mi viene da pensare fino a che punto potremo sperare di legare il nostro futuro sportivo di anelati successi allo sviluppo dell’aziendina di famiglia e una domanda mi sorge spontanea: prima o poi a quest’uomo verrà voglia di vincere qualcosa… possibile che si continui ad accontentare della parte sinistra della classifica ?

 

Genoa, 20 Ottobre 2010

Castao