da un amico dei Druidi, riceviamo

Per Sandro Ciotti

di GiM

“Oggi a Como il cielo è azzurro e vellutato come gli occhi di Ornella Muti”.

Memorabile Sandro, un incipit così dovrebbe restare nelle antologie della cronaca sportiva, dovrebbe essere mandato a memoria da tutti i rampanti radiocronisti d’oggi, quelli che dissertano su moduli, ripartenze, aggredire gli spazi.

C’era tutto Sandro Ciotti in quell’ apertura di collegamento, la sua ironia,il suo amore per il calcio, quello per la vita.

Ma c’era anche il nostro calcio, quello della domenica, dove in campo andavano undici giocatori con le magliette numerate in ordine crescente, dove il centrale si chiamava stopper, l’esterno di volta in volta terzino, fluidificante o tornante. Dove c’erano il regista e il laterale a sostegno, il centravanti e l’ala sinistra. Sandro Ciotti raccontava il calcio che amavamo (e che continuiamo ad amare) quello del massaggiatore in campo con la “spugna magica”, quello dove gli arbitri erano gli omini neri e non pagliacci multicolori, quello dove, a fine partita, volavano in campo i cuscini di carta pieni di paglia. Il calcio dove si poteva dire i rossoblù, i nerazzurri, i bianconeri, i giallorossi perché le maglie erano sempre quelle e non diventavano arancioni, verdi, grigie per far felici gli strateghi del marketing.

Ciao Sandro, sei stato un druido ad honorem, anche se nessuno te lo ha mai detto. Oggi ci sentiamo un po’più soli.

E lassù ,se vedi Giuanbrerafucarlo, raccontagli quanto ci manca.

 

GiM