Permettetemi di replicare al brillante El Mariachi, e, nel contempo, di accendere una scintilla di speranza per noi e le nostre passioni.

 

Il Giorno in cui il calcio risorse

 

Nulla muore per sempre.

Il chicco di grano deve morire, per portare frutto, ed anche il bruco più sgradevole muore, per rinascere farfalla.

Così è anche per il calcio.

Io ricordo il giorno in cui il Calcio risorse: fu come una saetta che balenò nell'oscurità da un capo all'altro del mondo, illuminando un paesaggio dimenticato.

Ricordo che c'era un ragazzo. Dico "c'era" perché oggi non è più tra noi: vive nei nostri sogni d'Eternità, e ci guarda, coi lunghi capelli al vento, sereno e invincibile come solo un Capitano può essere.

Ricordo la malattia che lo avvolse, infida e lenta come una nebbia letale. Si insinuò subdola nel suo corpo e gli tolse la forza di vivere, giammai la volontà di esistere per sempre.

Ricordo una festa di speranza e di dolore, quando vidi il suo spirito indomito rinchiuso in un involucro ormai inerte.

Poi, un giorno, il suo Spirito si liberò.

"Per il mio viaggio più lungo, voglio indossare la maglia che ho amato tanto, la mia maglia, la maglia del Genoa". Così fu.

In quel gesto, in quel giorno - forse solo per quel giorno - il Calcio risorse. L'immenso baraccone, con le sue ridicole luci artificiali, fu offuscato dallo splendore del Capitano che si incamminava verso l'ignoto con la sua maglia sulle spalle. Persino le grida delle bertucce catodiche furono sovrastate dall'urlo del suo silenzio.

Il nome di quel ragazzo era Gianluca. Gianluca Signorini.

Thunder