Come in un sogno

Diciamocelo chiaro: un finale così l'abbiamo sognato per mesi e mesi, forse per due anni. Una partita bellissima, tra due squadre che hanno fatto di tutto per superarsi, come due pugili che si picchiano per un'ora e si abbracciano alla fine del match; come una partita di rugby, con il pubblico a braccetto, senza caschi luccicanti sugli spalti, ma solo bandiere, trombette e lacrime, tante lacrime di paura e di felicità; come dovrebbe essere il calcio, momento di gioia e di sport, di sana rivalità e di festa; come in un sogno, appunto.

E poi quel goal, quello di Allegretti, così identico a quello di Di Vicino che ci tolse, lui prima di altri in maniera meno genuina, la serie A due anni orsono: stessa porta, stesso angolo, stessa espressione attonita del portiere avversario. Ma stavolta non era il nostro, stavolta no.

In tre abbiamo dominato un campionato che doveva essere difficilissimo; nessuno credeva alla possibilità di tre promozioni dirette, ma ci sono state. Dispiace non essere arrivati secondi, ma il Napoli visto ieri, pur se durante il campionato non ha fatto strabuzzare gli occhi, vale il Grifone che pure ha espresso il miglior gioco di tutti i campionati italiani.

Per tutto questo dobbiamo ringraziare in primis un presidente meraviglioso: senza di lui il Genoa non sarebbe più il Genoa cricket and football club, ma sarebbe un Genoa Soccer qualsiasi; senza di lui magari non si sarebbe passati dalla serie C, ma sicuramente non avremmo avuto modo di festeggiare per tre estati consecutive, e ora saremmo a fare i conticini degli spiccioli con i vari Malacalza, Scerni, Burlando, Zara e compagnia cantante, "tanto entra tanto esce", basta fare uno stadio nuovo da qualche parte e riempirsi il portafoglio col calcio business, bando ai sentimentalismi.

Grazie Enrico.

I secondi ringraziamenti vanno a noi stessi: non abbiamo mollato mai, nemmeno a Sesto San Giovanni. Siamo passati attraverso immani sofferenze verso gioie immense come quella di ieri, come quella del goal di Lopez contro la Salernitana, attraverso illusioni e disillusioni, ma sempre massicci e incazzati come non mai. Non abbiamo mollato un centimetro e ora siamo qui, più consapevoli di prima di essere davvero immortali. 

Grazie Grifoni.

Ai ragazzi in campo voglio dire che per la fortuna che hanno avuto ad indossare i nostri colori sarebbero loro a dover ringraziare noi. Chiunque abbia indossato questa maglia a quarti rossoblu se l'è stampata sulla pelle, perchè vincere nel calcio è bellissimo, ma al Genoa è stato bellissimo anche perdere. Vincere poi è qualcosa di magico.

Grazie Ragazzi

 

Genoa, 10 Giugno 2007

Liaigh