Sei genoano, vuoi anche vincere ? Si !

La logica è stringente, e pur essendo apparentemente banale, nasconde dietro una filosofia salvifica e quali messianica: <Sei genoano, vuoi anche vincere?>. Poche parole, che sintetizzano tomi di filosofia. Forse, quando l’ha pronunciata per la prima volta, neppure Pippo Spagnolo si rendeva conto dell’importanza di quelle parole, pesanti come macigni. Già, cinque parole che racchiudono orgoglio, tradizione, fedeltà, senso di appartenenza.

Non è una domanda da sottovalutare, perché è quell’interrogativo che ha permesso di andare avanti nei momenti anche più difficili, di aderire con orgoglio all’iniziativa druidica Centobalconi quando pareva che un Secolo abbondante di glorie stesse per scomparire. Che ha impedito che la maggioranza delle giovani generazioni fossero attratti dallo scintillio fugace dell’era vialliana-manciniana sull’altra sponda, o sul marketing ante litteram del Ravano. Che fossero, insomma, attratti dal lato oscuro della Forza.

<Sei genoano, vuoi anche vincere?>. Significa orgoglio di appartenere, a prescindere e forse anche a dispetto dai risultati. Senza quella domanda, entrata nel profondo dei cuori, quella genoana non sarebbe una tifoseria diversa delle altre, più attaccata, più entusiasta, più fedele nel bene ma anche nel male. È una filosofia che potrebbe avere conseguenze gravi se cancellata o anche solo messa in secondo piano. Perché ci sono tifoserie che vivono di trofei, senza i quali scompaiono. Se il Genoa vive e vegeta nonostante tutto, è per la forza che gli ha dato quell’interrogativo, spunto di profonda riflessione. È l’esempio dei grandi, vedi De Prà che – essendo genoano – calò il due di picche alla famiglia Agnelli che gli proponeva ponti d’oro pur di andare a difendere la porta di Madama. Da lui a Criscito, passando per i no di Skuhravy, Aguilera, per l’affetto che nei confronti del Genoa e del suo popolo hanno sempre avuto Abbadie, Verdeal e tanti altri.

Ora il difficile: <Sei genoano, vuoi anche vincere?>. Bene, adesso la risposta è sì, voglio vincere: voglio la Champions, nel senso della qualificazione in…

Non rinnego la filosofia spagnoliana, spesso rivelatasi salvatrice; anzi la tengo ben a mente qualora – come temo – il Palazzo aprisse la corsia di sorpasso alla Roma per salvarne il bilancio e l’esistenza. Però, ora siamo in ballo e vogliamo ballare. Vogliamo sognare, pensare ad entrare in Europa – quella vera, mica il simulacro dell’Uefa – dalla porta principale. Dopo aver mangiato tanto fiele, è un diritto sperare. Se poi dovesse andare male, porrei una domanda: <Sei genoano, vuoi anche vincere?>.

 

Genoa, 15 Marzo 2009

Guigneberth